Scandalo Volkswagen, in California il gruppo informò i clienti: “Auto a rischio emissioni”

Un retroscena conferma che il gruppo Volkswagen era a conoscenza della vicenda delle emissioni truccate. In Aprile, il gruppo aveva avvertito i proprietari dei veicoli diesel della necessità di un richiamo per un “problema di emissioni”. I clienti di Volkswagen e Audi avrebbero dovuto portare le loro auto presso un concessionario per l’installazione di un nuovo software che avrebbe assicurato emissioni di gas di scarico “ottimizzate per operare in modo efficiente”. La lettera di richiamo, inviata da Volkswagen America Inc., aveva invitato i proprietari di alcuni veicoli Volkswagen con motori diesel da 2 litri venduti tra il 2010 e 2014 a contattare i concessionari per un aggiornamento del software, per risolvere un problema legato al malfunzionamento di una spia del cruscotto, a rischio di non superare i test periodici di revisione del veicoli. La missiva è stata intercettata dall’Agenzia Reuters che ne ha pubblicato alcuni stralci.
“Se la spia si illumina per qualsiasi motivo, il veicolo non supererà l’ispezione di emissioni in alcune regioni” avvertiva la lettera Vw. “Il software di gestione del motore del veicolo è stato migliorato per assicurare emissioni ottimizzate e operare in modo efficiente” prosegue la lettera che spiega come un aggiornamento software precedente abbia aumentato la probabilità di spia accesa. Vw non chiari quindi che l’operazione era stata avviata per rispettare le severe norme californiane sulle emissioni, bensì lascio intendere che il richiamo rientrasse nell’ormai consuetudine delle case automobilistiche di eseguire aggiornamenti sui propri veicoli.
Volkswagen rischia class action da 25 miliardi. Le conseguenze del dieselgate promettono di essere devastanti per Vw. Solo per le 482mila vetture vendute negli States il gruppo Vw potrebbe sborsare una cifra vicina ai 25 miliardi di dollari. Il calcolo dell’esborso che il gruppo di Wolfsburg dovrebbe affrontare negli States arriva dall’avocato californiano Emily Maxwell, che vanta un’esperienza ventennale nelle iniziative legali a tutela dei consumatori. “Per prevedere le conseguenze è decisivo capire se la Volkswagen è in grado di modificare il motore delle auto incriminate in modo da farlo tornare al di sotto delle soglie di emissione previste dalla legge degli Stati Uniti” ha premesso Maxwell. “In caso contrario quelle vetture sarebbero illegali e quindi inutilizzabili, così come prevede la legge federale”. Oltre ai 18 miliardi di maxi-multa ipotizzata da parte dell’Epa, l’ente governativo americano di controllo delle emissioni, “se ne dovrebbero aggiungere altri 12 per risarcire i consumatori, calcolando un valore medio per veicolo di 25mila dollari”. Qualora non si arrivasse a stabilire il massimo della multa, “alla somma dovuta ai consumatori, si dovra infatti aggiungere la cifra da versare alla rete dei concessionari che ora potrebbero ritrovarsi con auto non vendibili in giacenza”. Una somma pazzesca che servirebbe solo a tamponare l’irregolarità dei 482mila veicoli coinvolti negli States su un totale di 11 milioni di auto interessate in tutto il mondo.
Borse europee stabili in avvio, Vw recupera terreno. L’uscita di scena dell’ad Martin Winterkorn che ieri ha annunciato le dimissioni dalla guida del gruppo ha avuto un impatto positivo sui mercati europei, dove il titolo Vw ieri ha guadagnato oltre il 5%, e sale del 4,47% scambiato sul listino di Francoforte sopra i 119,7 euro alle ore 10:30.