Chi è Pecco Bagnaia, il campione della Moto2 allevato da Valentino Rossi
A Sepang, con una gara di anticipo, è Francesco Bagnaia a salire sul tetto della Moto2: con il terzo posto conquistato nel Gp di Malesia, ‘Pecco’ chiude i giochi della classe di mezzo, laureandosi campione del mondo per la prima volta in carriera. Secondo pilota italiano a vincere il titolo della moderna Moto2 e seconda gioia per Valentino Rossi che, un anno dopo Franco Morbidelli, a Sepang festeggia il bis iridato di un suo pupillo, uno dei primi su cui ha scommesso la sua Vr46 Academy e uno dei più apprezzati per talento e determinazione.
Diversamente dal ‘Morbido’ che, prima di correre la gara, era già campione per il forfait di Thomas Luthi, l’unico ancora in grado di insidiarlo, Bagnaia ha fatto gara sul rivale Miguel Oliveira che, non andando oltre la seconda posizione, ha assicurato l’aritmetica certezza del titolo a Bagnaia. Consacrazione di una stagione incredibile, nella quale ha Bagnaia firmato ben otto vittorie, a un passo dal primato di nove successi in classe intermedia di Valentino Rossi in 250 e Marc Marquez in Moto2, record che può ancora eguagliare a Valencia, tra due settimane, nell’ultimo round stagionale.
Pecco Bagnaia campione del mondo Moto2
Esultanza sincera e travolgente per il 21enne pilota dello Sky Racing team VR46, festeggiato subito dal compagno di squadra Luca Marini che ha vinto la gara iridata e dagli uomini del team, ma anche da amici e piloti che si sono fiondati in pista per complimentarsi con lui. In prima fila Valentino Rossi che lo ha abbracciato forte, orgoglioso e fiero del suo pilota. A celebrare Pecco, in Malesia, anche sua sorella Carola, di un anno più grande, che lo segue in tutte le gare, i genitori e la fidanzata Domizia che dall’Italia lo hanno raggiunto in Malesia.
In pista sono tutti con me – ha detto Pecco – Pablo (Nieto, il team manager dello Sky Racing team, ndr), che hai messo insieme una famiglia, non una squadra, gli insegnamenti di Vale e degli altri piloti dell’Academy. Il supporto di David, la "sopportazione" di Carola ed i sacrifici della mia famiglia. Idalio, i miei occhi fuori dalla pista. E poi Uccio, Elena, Remo, Luca, Carletto, Sergio, Miguel e Leo. Maro e tutta la sua squadra, Albi, Lalla, tutti i ragazzi della Moto3, Carlo, Elena, Babi, Gianluca, Ale, Cami. Senza di voi non sarei diventato grande. Non smetterò mai di ringraziarvi”.
Futuro in top class
Lo step successivo sarà il salto con la Ducati in MotoGP dove approderà nel team Pramac al posto di Danilo Petrucci, a sua volta promosso, con il passaggio di Jorge Lorenzo alla Honda, nel team ufficiale. Grande occasione per il giovane pilota torinese, nato a Chivasso il 14 gennaio 1997, che ne ha fatta di strada da quando, all’età di 9 anni, papà Pietro lo portava in pista a correre. Nel 2009 i primi risultati importanti in MiniGp e i titoli di campione italiano e europeo, fino alla conquista del terzo posto nel 2012 nel Cev Moto3 e la vittoria in Catalunya che gli hanno aperto le porte del Motomondiale. L’esordio in Moto3 nel 2013, in sella la Honda del team Italia, al fianco di Romano Fenati con cui nel 2014 è passato nel neonato Sky Racing team Vr46, per poi approdare in Mahindra per altre due stagioni.
Nel 2015 il suo primo podio in carriera, terzo a Le Mans, e nel 2016 la sua prima vittoria, ad Assen. Nel 2017 il debutto in Moto2, tornando tra le fila dello Sky Racing team VR46, e il titolo di Rookie of the year con 4 podi e il quinto posto nel mondiale nella stagione di esordio in classe di mezzo. Quest’anno la prima vittoria in Moto2, nella gara inaugurale del campionato, il Gp del Qatar, per poi ripetersi ad Austin, Le Mans, Assen, Spielberg e Misano.
Sul gradino più alto del podio di nuovo in Thailandia, vittoria numero 800 per un pilota italiano nel Motomondiale, Bagnaia ha conquistato anche il Gp del Giappone, arrivando a giocarsi il primo match point domenica scorsa in Australia, sfumato dopo una corsa complicata che lo ha visto perdere un solo punto dal rivale Oliveira. A Sepang il podio che corona il sogno di una vita, il quarto in questa stagione con cui mette il suo sigillo su un’annata che meritava un epilogo così.