Settimana della sicurezza stradale: 11 pedoni perdono la vita ogni settimana
La sicurezza sulle strade continua ad essere una priorità per le istituzioni europee che puntano tutto sul rafforzamento delle infrastrutture e sul miglioramento dell'educazione, soprattutto dei più giovani, alla guida. Nonostante ciò, però, a pagare le conseguenze di comportamenti scorretti ed indisciplinati sono sempre più i pedoni ai quali quest'anno è dedicata la Seconda settimana mondiale della Sicurezza Stradale, indetta dall'Onu a partire da oggi e fino al prossimo 12 maggio. Un atto dovuto, come ribadito anche da Umberto Guidoni, segretario generale della Fondazione Ania, che parla di «una vera e propria emergenza sia a livello nazionale che mondiale»: basti pensare che ogni settimana sulle strade italiane perdono la vita 11 pedoni e che solo nell'ultimo anno si sono registrate 589 vittime e oltre 20mila feriti.
Le statistiche rilevano numerose situazioni di pericolo sulle strade per gli utenti appiedati, soprattutto quando si tratta di persone anziane. Secondo l'Istat, infatti, il 15% di tutte le vittime della strada in Italia sono pedoni e di questi ben il 62,5% ha superato i 65 anni. Nel 2011 su 589 pedoni che hanno perso la vita 368 sono gli ultrasessantacinquenni. Ogni milione di abitanti "over 65", 30 sono i pedoni che perdono la vita in incidenti stradali. Il dato sale ancora nella fascia da 80 a 89 anni: 54 vittime ogni milione di abitanti. Mentre scende a 4,7 persone ogni milione se si considerano le fasce di età sotto i 65 anni.
E non se la cavano di certo meglio i Paesi esteri. Per esempio, in Svizzera, nazione abituata ad essere la “prima della classe", secondo un recente rapporto Upi si contano come da noi 30 pedoni morti ogni milione di abitanti. Sempre secondo lo stesso studio dell’Upi la situazione si presenta ancora più difficile in Austria, Portogallo e Spagna, dove le vittime mortali sono tra le 35 e 45. L'Olanda e soprattutto la Svezia vantano invece una posizione esemplare: lì i pedoni uccisi su ogni milione di anziani sono meno della metà.
Per arginare questo fenomeno, le istituzioni hanno pensato bene di correre ai ripari puntano principalmente sul potenziamento delle infrastrutture e su una corretta educazione volta soprattutto al rispetto delle categorie più “deboli", prime fra tutti quella dei pedoni. In Svizzera, per esempio, per limitare questa pericolosa tendenza, si sono concentrati sulle infrastrutture pronte ad offrire una serie di possibilità per migliorare la sicurezza dei passaggi pedonali, tra cui la costruzione di isole spartitraffico centrali. Mentre la ricerca internazionale dell'incidentalità consiglia anche di segnalare in modo più evidente la fine del diritto di precedenza per gli automobilisti, ad esempio con dei triangolini. Inoltre, occorre sfruttare le opportunità che a breve offriranno i sistemi di assistenza alla guida per ridurre il numero e la gravità degli incidenti con pedone. Infine, bisogna introdurre misure che attraverso un allenamento o una terapia specifici compensino la diminuzione del rendimento fisico e mentale degli anziani.
Ma solo questo non basta a migliorare la sicurezza sulle strade. Occorre puntare anche su una corretta educazione di coloro che si apprestano a mettersi al volante, un'educazione che parte dal rispetto di tutti gli altri utenti della strada. A soffermarsi su questo punto è l'Asaps, Associazione Sostenitori ed Amici della Polizia Stradale, in prima linea da sempre per il rispetto delle regole del codice della Strada, che punta l'attenzione sulla necessità di introdurre una segnaletica stradale orizzontale (spesso invisibile per i visivamente normodotati), verticale e luminosa adeguata alle situazioni di più spiccato rischio, serve poi una campagna informativa attivata insieme alle associazioni degli anziani (Auser e altre) e poi serve un ingrediente sconosciuto nel nostro paese, il rispetto per il pedone, specie se anziano.