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Polemica sul concorso del Ministero della Gioventù per la sicurezza stradale

Da che dove essere una iniziativa tesa a sensibilizzare le coscienze sul tema della sicurezza stradale, il concorso proposto dal Ministero della Gioventù ha scatenato vibranti proteste.
A cura di Eugenio Tinto
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sicurezza stradale

Il Ministro della Gioventù, Giorgia Meloni, ha indetto un concorso per la sicurezza stradale in modo da sensibilizzare ancora di più l’opinione pubblica su un tema molto importante quanto delicato. Il concorso prevede la premiazione dei 16 progetti migliori valutati e approvati da una Commissione giudicatrice, ai 16 vincitori andranno un totale di 4,5 milioni di euro. Una cifra ragguardevole che dovrebbe garantire, in termini pratici, un investimento in un campo da sempre fortemente penalizzato.

Da sempre contrario a questa iniziativa sponsorizzata dal Ministro e dal suo dicastero è stata l’Associazione Diritti dei Pedoni, che ha deciso di non partecipare al concorso: “È un concorso che “vola basso”. È una strumentalizzazione della sicurezza stradale.” Questo è quanto afferma il presidente dell’Adp, Vito Nicola De Russis, che sottolinea che l’associazione “Non poteva vincere perché la mostra dell'Adp sulla sicurezza stradale (quella che da tre anni gira, con successo, per gli Istituti Superiori del Lazio) è in stridente conflitto di interesse con la potente ed efficiente ‘Azienda Italiana Insicurezza Stradale'; l'Azienda ‘invisibilè che fattura annualmente i circa 35 miliardi di euro del costo sociale presunto prodotto dagli annuali incidenti stradali (circa 6.000 ‘morti ignoratì ed oltre 310mila feriti)”.

Per il presidente De Russis la “vicenda vivrà nei Tribunali mentre sull'asfalto delle strade italiane continuerà a versarsi il sangue delle vittime, specialmente giovani dai 15 ai 29 anni; mentre l'Adp continuerà nella sua ‘testimonianza educativa e culturalè tra i giovani, girando per le loro scuole con la mostra sulla sicurezza stradale”.

I soldi che c’erano potevano essere investiti in realtà che portano in giro per l’Italia la loro pratica testimonianza da tempo e con assiduità.

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