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Stop ai mezzi inquinanti, a Genova torna l’ordinanza anti-Vespa

Il provvedimento che già tre anni fa aveva creato malumori sarà approvato in questa settimana. Il sindaco Bucci: “Vieterà l’ingresso in una porzione della città ai mezzi da euro 2 in giù”. Previsti comunque incentivi per l’acquisto di auto e moto elettriche.
A cura di Valeria Aiello
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A Genova torna l’ordinanza anti-Vespa, lo stop ai mezzi più inquinanti che tre anni fa aveva creato polemiche e malumori per l’impatto una città che, specialmente in centro, predilige le due ruote, spesso anche piuttosto datate. L’ordinanza uscirà in questa settimana e non sono previste deroghe per i veicoli storici.

A Genova torna l’ordinanza anti-Vespa

La delibera risulta già pronta e resta in attesa del solo via libera della giunta. “Vieterà l’ingresso in una porzione della città per i mezzi da euro 2 in giù” ha spiegato il sindaco Marco Bucci a margine di una conferenza. Ad una domanda sulle moto a due tempi, Bucci aveva già chiarito la sua linea: “Sono le più inquinanti in assoluto. Non ho nulla contro le Vespe, le Vespe elettriche sono bellissime… L’ottica in cui ci muoviamo è favorire i mezzi elettrici, come stiamo già facendo”. Il sindaco ha confermato infatti l’arrivo di incentivi. “Assieme all'ordinanza avremo anche un bando per il finanziamento per tutti coloro che vorranno comprare una moto o un'auto elettrica – sottolinea – e daremo la possibilità, quindi, a tutti i cittadini di fare questo cambio tecnologico, e arrivare quindi ad avere una città più bella e sostenibile”.

Una decisione difficile, quella di bandire la circolazione del modello le cui origini si perdono nella storia della città ligure grazie all’imprenditore genovese Enrico Piaggio che affidò al genio dell’ingegnere Corradino d’Ascanio il compito di progettare un veicolo rivoluzionario. D'Ascanio “detestava le motociclette” e in particolare dover alzare la gamba per salire in sella, così sfruttò le sue conoscenze di progettista aeronautico per inventare la prima moto a scocca portante, priva di struttura tubolare in acciaio e, grazie a questo, priva di tunnel centrale. Adottò inoltre una sospensione anteriore ispirata a quella dei carrelli per aerei e progettò un motore concettualmente derivato dai motori d’avviamento aeronautici. Spostò anche il cambio sul manubrio, ritenuto molto più pratico da usare, e modellò la posizione di guida attorno al disegno di un uomo comodamente seduto su una poltrona, affinché la guida prolungata risultasse la meno faticosa possibile. Con l’aiuto di Mario D’Este, suo disegnatore di fiducia, a D’Ascanio bastarono pochi giorni per mettere a punto la sua idea e preparare il primo progetto della Vespa, che uscì dallo stabilimento di Pontedera nell’aprile del 1946.

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