Strisce blu, chi altera il tagliando emesso dal parchimetro rischia il carcere

Le strisce blu sono ormai una realtà in tutte le città d'Italia: non c'è capoluogo, infatti, che non prevede la loro presenza con tariffe che variano in base alla zona. Il loro pagamento, in base al tempo di occupazione delle stesse, è obbligatorio e stando a una recente sentenza alterare la scadenza dell'orario di parcheggio sullo scontrino rilasciato dal parchimetro nelle aree adibite alla sosta può costare molto caro.

Si vìolano due articoli del Codice Penale

A renderlo noto è stata la Cassazione con la sentenza numero 48197/2017 che ha stabilito come lo scontrino emesso rivesta la caratteristica di certificato amministrativo, dimostrando l'avvenuto pagamento della somma prescritta. Alterare l'orario di scadenza, però, può portare addirittura al carcere: modificarlo, infatti, porta alla violazione di due articoli del Codice Penale, il 477 e il 482. Colui che altera un certificato o una autorizzazione amministrativa, come nel caso specifico il tagliando emesso dal parchimetro che rappresenta un'autorizzazione amministrativa a sostare in un'area pubblica, può essere punito con la reclusione in quanto ha cercato di truffare la società che gestisce la aree.

Completamente differente, invece, la questione che riguarda l'illecito da Codice della Strada: se, infatti, non si paga la sosta si viene multati mentre se si supera il tempo stabilito la sanzione è di 41 euro. Nell'ultimo caso, però, è possibile fare ricorso al Prefetto entro i classici 60 giorni e se il ricorso non viene accettato si pagherà la multa raddoppiata che arriverà così a 82 euro mentre ricorrendo al Giudice di Pace saranno 30 i giorni utili dalla notifica anticipando però una tassa di 41 euro; se il ricorso viene accettato si avrà la restituzione della somma mentre, in caso di mancata accettazione del ricorso, bisognerà versare l'importo della multa perdendo anche la tassa anticipata.