Superbike: Melandri e BMW nella buona e nella cattiva sorte
Come nei migliori rapporti di coppia anche il sodalizio tra Marco Melandri, forte pilota italiano impegnato nel Mondiale Superbike, e la BMW S 1000 RR, supersportiva della casa tedesca, vive di momenti contrastanti, in cui amore e odio, gioie e dolori si alternano, rendendo difficile ed incerto il futuro per i due partner. Un matrimonio sull'orlo di una crisi pronta a scoppiare, che regala continue emozioni e colpi di scena a chi assiste da semplice spettatore, ma che di certo potrebbe risultare frustrante da chi questo rapporto lo vive in prima persona.
Avvio di stagione – Marco Melandri in questo periodo non ha nulla da recriminare a se stesso. La forma fisica è delle migliori e il feeling che è riuscito a ritrovare con la moto tedesca pare essere nuovamente lo stesso con cui aveva affrontato la prima parte della stagione 2012, quando era pienamente in lotta per la conquista del Mondiale prima di cadere in una crisi difficile da spiegare, visto il mezzo che aveva a disposione. La stagione 2013 si è aperta in maniera confusa e difficile, con l'incidente che lo ha visto coinvolto insieme a Carlos Checa nella gara 1 di apertura a Phillip Island, per poi ritrovarsi subito sul podio al terzo posto in gara 2. Segue la trasferta di Aragon, di difficile interpretazione, con il doppio successo del compagno di squadra Chaz Davies, segno inequivocabile della competitività della BMW, con un Melandri capace di un podio in gara 1 per poi sprofondare, in senso di distacco, al quinto posto di gara 2.
Difficoltà – I problemi di chattering sono noti e segnalati, ma dal round di Assen la sfortuna sembra accanirsi sulla BMW. Problemi di motore per Davies in superpole, di sospensioni per Melandri, rottura della catena durante il giro di allineamento di gara 1, problema elettronico alla gestione del freno motore in gara 2. Tutto sembra remare contro a Melandri che, come già capitato in passato anche in altre categorie, potrebbe perdere quella motivazione che il vero pilota deve sapere conservare anche nei momenti difficili. Melandri reagisce, non si arrende e trova la strada della rinascita nella tappa italiana a Monza, con l'utilizzo di materiale 2012 – telaio e forcella – che gli permettono di ritrovare le sensazioni di guida della stagione precedente. I risultati si vedono e Melandri disputa uno dei week-end più significativi della sua carriera, con vittoria in gara 1 e secondo posto in gara 2. A Donington altro round da protagonista con secondo podio in gara 1 ed errore in gara 2 che lo relega in quinta posizione mentre era in lotta con i primi.
Rincorsa al titolo – Il feeling ritrovato e l'ottimo lavoro eseguito nei test di Aragon hanno permesso al team BMW di presentarsi a Portimao nelle migliori condizioni. Proprio i test hanno permesso di lavorare sui punti deboli della moto tedesca: affinamenti di ciclistica per combattere i problemi all'avantreno e cercare di ricucire il gap ad inizio gara con serbatoio ancora pieno. L'obbiettivo per Melandri era quello di centrare una buona qualifica per essere subito a lottare tra i primi senza dover ricorrere a rimonte sul finale di gara. Il quarto posto nella Superpole dimostra che il compito è stato svolto egregiamente e anche la scelta della gomma morbida anteriore ha pagato regalando una splendida vittoria a Melandri in gara 1. Ma come si diceva, nel bel mezzo dell'idillio la sfortuna e i problemi tornano a colpire, manifestandosi nella gomma probabilmente difettosa, e attualmente sotto esame da parte dei tecnici Pirelli, che ha rovinato la festa in gara 2.
Sguardo al futuro – Le dichiarazioni a fine giornata di Melandri rimarcano che in ogni caso anche la vittoria in gara 1 non è stata facile e che nonostante i problemi di gare 2 lo sguardo è già proiettato al prossimo round di Imola, previsto per il 30 giugno:
Non è stato facile vincere in Gara 1, all’inizio ho faticato parecchio con la trazione poi, dopo dieci giri la situazione è migliorata ed è stato più facile raggiungere i primi. Stare davanti era comunque altrettanto complicato per il vento forte. Quando Tom mi ha sorpassato, ha chiuso la traiettoria, forse pensando che fosse davanti, spingendomi fuori. Quando sono rientrato, non avevo nessun piano, ma ho spinto il più possibile. Ho tentato di superare Tom molto rapidamente perché Sylvain era molto veloce e stava cercando di scappare. Quando ho raggiunto Guintoli, l’ho passato. L’ultimo giro è difficile da raccontare, era così vicino che ho spinto al massimo. Sono felicissimo e ringrazio tutti in BMW. In Gara 2 potevo essere sicuramente sul podio, invece, dal secondo giro, la gomma posteriore ha iniziato a vibrare e poi, dal terzo, ha iniziato a perdere grip poi è crollata. Per questo motivo la moto vibrava ed era molto difficile guidare, ho cercato di portare a casa il miglior risultato possibile. Ora pensiamo a Imola.
Mondiale ancora aperto – Con 9 round ancora da disputare, per un totale di 18 manches e 450 punti da assegnare la rincorsa al titolo mondiale è ancora aperta, con Melandri attualmente quarto a 156 punti, preceduto da Guintoli (213), Sykes (185) e Laverty (174)