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Suzuka ’89, Prost vs Senna: veleni e titolo iridato

Nel Gran Premio del Giappone si decise la lotta per il titolo mondiale tra i due piloti McLaren a favore del francese. Fu quella la gara in cui rivalità tra i due raggiunse l’apice a causa di un incidente, una squalifica, decisioni contestate e un marea di polemiche.
A cura di Michele Mazzeo
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Senna va via

La rivalità tra Ayrton Senna e Alain Prost è sicuramente una delle più accese ed emozionanti della storia della Formula 1. I duelli, in pista e non, tra i due campionissimi animarono le piste di mezzo mondo tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90 facendo prevalere l’aspetto umano, quindi sia pregi che difetti, a quello squisitamente tecnico. L’esempio più lampante di tutto ciò si ebbe il 22 ottobre 1989 in Giappone sul circuito di Suzuka, nel giorno in cui si raggiungerà l’apice dello scontro tra il brasiliano e il francese.

Senna e Prost: due galli in un pollaio

L'inizio della rivalità tra i due piloti risale al 1988, quando Senna arrivò per la prima volta in McLaren, e si ritrovò come compagno di scuderia proprio Alain Prost, nel team britannico dal 1984. La schiacciante superiorità tecnica della McLaren – Honda ridusse di fatto quel campionato a un lungo duello tra i due suoi alfieri. Con la vittoria del Gp del Giappone, penultimo appuntamento stagionale, nonostante il transalpino avesse conquistato più punti del rivale meno continuo ma più vincente, grazie alla regola degli scarti (sono validi per la classifica solo i migliori undici risultati stagionali) Senna conquistò il primo titolo iridato della sua carriera.

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Il francese vuole la sua rivincita

Al francese non andò giù di essere stato spodestato dal “nuovo arrivato” e così l’anno dopo fece di tutto pur di riprendersi il trono della Formula 1, fu così che la rivalità tra i due piloti della McLaren divampò definitivamente. Il culmine si ebbe sempre nel Gran Premio del Giappone, anche questa volta penultima gara del mondiale in programma. Quel 22 ottobre 1989 sul circuito di Suzuka andò in scena uno degli episodi più controversi della storia della Formula 1 grazie al quale si decise l’assegnazione del titolo iridato per la quale erano in lotta, tanto per cambiare, esclusivamente i due piloti della McLaren.

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Il professore è favorito, ma Senna non molla

Prost si presentò a questa gara con un vantaggio di sedici punti sul compagno di squadra Senna che, quindi, era costretto a vincere per mantenere intatte le speranze di portare a casa l’alloro. Il brasiliano, conscio di ciò, già dal sabato spinse al massimo la sua monoposto e conquistò la dodicesima pole position stagionale, infliggendo un distacco di un secondo e sette decimi al transalpino. In seconda fila si piazzarono i due piloti della Ferrari, con Gerhard Berger davanti al rientrante Nigel Mansell che precedeva gli italiani Riccardo Patrese e Alessandro Nannini.

Senna prima della gara

La rimonta di Magic dopo il contatto con il rivale

Alla partenza però Prost scattò meglio del paulista, prendendo così la testa della corsa e via via aumentando il proprio vantaggio sul diretto concorrente per il titolo. Rimase in prima posizione anche dopo la sosta ai box, ma da lì Senna cominciò a rimontare, riuscendo a portarsi a ridosso degli scarichi del rivale. Al 46° giro, a sette tornate dal termine del Gran Premio, arrivò l’episodio clou: Senna attaccò Prost alla chicane del triangolo con i due che vennero a contatto finendo poi nella via di fuga. Il francese, ormai certo di aver vinto il mondiale, scese dalla monoposto, mentre Senna, rimasto nell'abitacolo, grazie alla spinta dei commissari di gara, riuscì a ripartire, portandosi in testa alla corsa. Il brasiliano dovette però rientrare immediatamente ai box per sostituire il musetto della sua McLaren danneggiato nell’incidente con il compagno di scuderia, cedendo così la prima posizione a Nannini. Ma una volta rientrato in pista Ayrton si mise sulle tracce della Benetton del driver italiano e nel corso del terzultimo passaggio lo sorpassò tagliando poi il traguardo per primo.

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Una gioia durata pochissimo

Quella vittoria avrebbe riaperto i giochi per il titolo, ma i colpi di scena non terminarono con la bandiera a scacchi. Infatti, subito dopo la gara Senna fu squalificato per aver tratto vantaggio dalla spinta dei commissari, rientrando in pista dalla via di fuga della chicane e non percorrendo la chicane medesima e la vittoria fu quindi assegnata a Nannini. Grazie a questo risultato Prost divenne matematicamente Campione del Mondo per la terza volta in carriera.

Senna sconsolato

McLaren-Senna vs Fia-Prost: scontro totale

Da lì scoppiò un putiferio. Senna rivolse apertamente delle accuse pesantissime al suo rivale e a Jean Marie Balestre, l’allora presidente della FIA. Secondo il brasiliano Prost avrebbe fatto pressione sul connazionale per vincere il titolo a tavolino attraverso quella squalifica. La McLaren si schierò dalla parte di Ayrton (il francese si era già accordato per il passaggio alla Ferrari), ma il suo ricorso fu respinto dalla FIA che anzi multò di 100mila dollari il campione di San Paolo definendolo «pericoloso per la sicurezza degli altri piloti», facendo riferimento anche ad altri episodi controversi che avevano visto protagonista il brasiliano. In seguito a ciò Senna rispose accusando direttamente la federazione di aver manipolato l'esito del Campionato, vedendosi così ritirare la superlicenza per guidare in Formula 1, che gli sarà restituita solo poco prima dell'inizio della stagione successiva.

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