Suzuka ’93: lo “sdoppiaggio” di Irvine e il pugno di Senna
Nella storia della Formula 1 ci sono episodi che sono rimasti indelebilmente nella memoria degli appassionati, magari di poco conto per quel che riguarda lo sviluppo di una gara o dell’intero campionato mondiale, ma che sicuramente sono talmente unici da essere sempre ricordati. Uno di questi è quello verificatosi il 24 ottobre 1993 sul circuito di Suzuka, durante il penultimo appuntamento della stagione di Formula 1.
Il campione e il debuttante
Protagonisti di questo episodio sono il campionissimo Ayrton Senna, che arriva però in Giappone reduce dalla striscia negativa più lunga da quando è in McLaren (8 gare senza successi) e dunque estromesso dalla lotta per il titolo iridato già messo in cascina dal rivale di sempre Alain Prost, e un giovanissimo Eddie Irvine, nordirlandese al debutto assoluto in Formula 1.
Prost in pole, ma Senna vicinissimo
Nelle qualifiche del sabato Prost conquista la tredicesima pole position stagionale precedendo di un solo decimo proprio Ayrton Senna. Al terzo posto il compagno di squadra del brasiliano, Häkkinen, che precede Schumacher, Berger, Hill, Warwick, il sorprendente debuttante Irvine su Jordan, Suzuki e Patrese. Mai in stagione le due McLaren fecero registrare tempi così vicini alle Williams di Prost e Hill che fin lì avevano dominato.
Lo scatto di Ayrton e il botto di Schumi
Pronti, via e Senna prende la testa della corsa superando Prost, dietro i due rivali mantiene la posizione di partenza Häkkinen, seguito nell’ordine da Berger, Irvine, Schumacher e Hill, ma già alla fine del primo giro il tedesco e l’inglese sopravanzano il nordirlandese dando vita ad una lotta a tre con l’austriaco della Ferrari. Al 12º giro Berger chiude la traiettoria a Hill, costringendolo a un'improvvisa frenata, Schumacher non riesce ad evitare l’impatto e tampona la Williams: sospensione piegata e gara finita per il talento della Benetton.
La pioggia aiuta Magic
La corsa prosegue e Prost passa in testa sfruttando al meglio i pit stop, ma presto comincia a piovere e Senna, più a suo agio del rivale sul bagnato, riprende il comando sorpassando il transalpino alla curva "cucchiaio", poco prima che entrambi si fermino ai box per montare le gomme da pioggia. Sosta anche per Hill che, per un errore dei meccanici Williams, torna in pista con altre slick, costringendolo così a rifermarsi nuovamente dopo qualche giro per cambiare gli pneumatici. Rientrato in gara, il britannico comincia a rimontare sorpasso dopo sorpasso, arrivando alla quarta posizione davanti a Eddie Irvine, con il quale darà vita a un acceso duello.
Lo “sdoppiaggio” dello sfrontato Irvine
La pista va asciugandosi e i due si giocano la quinta posizione mentre tra loro c’è Senna che si appresta a doppiare Hill, che però non gli fa strada. Ci pensa allora Irvine a sbloccare la situazione infilando Senna e andando a battagliare con l’inglese. Poco dopo, Irvine finisce largo e Senna passa, ma il nordirlandese lo raggiunge di nuovo e lo attacca all’esterno sdoppiandosi. Senna riuscirà poi a doppiare i due contendenti e a vincere la gara davanti a Prost e al compagno di scuderia Hakkinen, mettendo così fine al digiuno di vittorie che durava da 8 Gran Premi.
Il box della Jordan diventa un ring: il pugno di Senna
Ma al campione brasiliano la gioia per il successo ritrovato non fece dimenticare quanto era accaduto con Hill e Irvine, definiti dallo stesso Senna «due idioti che guidavano come se fossero sui go-kart». Il debuttante non prese bene le parole di Magic e rispose per le rime: «se Senna non voleva problemi poteva andare più forte». E così appena dopo la premiazione Ayrton si dirige di corsa verso il box della Jordan per un “tete-a-tete chiarificatore”, o quasi: il brasiliano accusa Irvine che risponde con strafottenza e così, non proprio nello stile che lo ha sempre contraddistinto, Senna prima scaraventa a terra il giovane Eddie e poi, appena questo si rialza, lo colpisce con un pugno, solo dopo ciò interverranno i presenti per dividere i due.