Tata e Opel chiudono gli stabilimenti in Gran Bretagna e Belgio
C’è un vento che sparge ottimismo tra i Costruttori di auto sparsi per il mondo, eppure ancora qualcosa non va. Sì, perché se come tanto si dice la crisi nera è oramai un brutto ricordo del passato, neanche poi così tanto lontano, molti marchi continuano a mietere chiusure e licenziamenti in giro per il mondo. In casa nostra sappiamo bene che cosa vuol dire chiudere uno stabilimento, Termini Imerese è un esempio molto più che esaustivo, ma questa di chiudere battenti non sembra essere una peculiarità soltanto nostrana.
Tata e General Motors hanno annunciato che a breve verranno dismessi in modo definitivo due siti di loro proprietà: Jaguar e Land Rover nel Regno Unito e Opel ad Anversa. I costi elevati non permettono di lavorare in condizioni ottimali di serenità, malgrado l’ultima tendenza che ha preso piede nel mondo delle quattroruote, quella di nuove joint-venture per abbattere i costi, molti costruttori preferiscono chiudere piuttosto che collaborare.
Tata è indecisa su quale sito chiudere, la scelta è tra quello di Castle Bromwich o quello di Solihull. La Casa indiana in una nota ha dichiarato che “la decisione era stata presa già da tempo e nasceva dalla necessità di consolidare le attività in Gran Bretagna riducendo il numero degli impianti da tre a due”. In questo caso consolidare fa rima con chiudere e non con investire.
Per lo stabilimento Opel di Anversa, invece, la notizia era stata diffusa già svariati mesi addietro. Si aspettava l’accordo con i sindacati che, poi, di fatto è arrivato. La General Motors si impegna a offrire un sussidio compensativo a tutti i 2.560 operai, condendo inoltre pensionamenti e dimissioni incentivate (la GM ha fatto sapere di poter spendere per ogni operaio fino a 144 mila euro). Lo stabilimento di Anversa verrà chiuso in modo definitivo entro la fine dell’anno.