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Tecnologia al servizio della velocità, ecco i segreti di una monoposto di Formula 1

Dal volante, uno degli strumenti più complicati attraverso il quale i piloti possono controllare diversi parametri della vettura, passando per le sospensioni e l’abitacolo, fino ad arrivare all’alettone – sia anteriore che posteriore – ecco tutti gli aspetti più nascosti di una monoposto di Formula 1 spiegati dall’ex pilota Mark Webber.
A cura di Matteo Vana
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Deportanza, accelerazione, recupero dell'energia e flap sono tutti termini che fanno parte del mondo della Formula 1, un universo complicato e, proprio per questo, ancora più affascinante. Chi crede che basti dare gas per far andare veloce una monoposto sbaglia di grosso: dietro i risultati in pista, infatti, ci sono sempre tante ore di prove e studi specifici. Se ne sono accorti Marc Marquez, Daniel Pedrosa e Toni Cairoli che hanno provato una vettura in livrea Toro Rosso per una giornata di test privati al Red Bull Ring di Spielberg. A fare da tutor, per l'occasione, c'era Mark Webber, ex pilota della scuderia di Milton Keynes e ora driver Porsche nel campionato Endurance che, in esclusiva ai microfoni di Fanpage.it, ha svelato i segreti celati dietro una monoposto di Formula 1.

Marquez al volante di una vettura di Formula 1 - Getty images
Marquez al volante di una vettura di Formula 1 – Getty images

Il volante, un vero e proprio computer di bordo

Una delle parti fondamentali in una vettura di Formula 1 è senza dubbio il volante che non serve solamente per permettere alla macchina di curvare a destra o a sinistra, ma nasconde altre importanti funzioni. Ai suoi lati ci sono le manopole per le marce; a differenze delle vetture stradali, infatti, non esiste la leva del cambio ma due palette che consentono al pilota di scalare o di mettere la marcia superiore anche in curva – con un semplice tocco del dito – facendo così risparmiare tempo e permettendo di lavorare con la trasmissione anche in curva. Al centro, poi, sono installati diversi bottoni: dal comando per parlare ai box alle varie regolazione per mettere a punto il setup o per gestire il consumo di carburante fino a quello che consente al pilota di dissetarsi durante il Gran Premio.

Un volante di F1 - LaPresse
Un volante di F1 – LaPresse

A cosa servono gli alettoni anteriore e posteriore

Particolarmente importanti, inoltre sono l'alettone anteriore e posteriore. Il primo è fondamentale per permettere alla macchina di avere il massimo del grip sulla pista, rimanendo incollata a terra per sfruttare la potenza del motore, mentre quello posteriore, regolabile a seconda del tipo di circuito e delle condizioni, serve per regolare il carico aerodinamico della vettura per avere le migliori prestazioni possibili. Le auto di Formula 1, infatti, sono progettate per sfruttare al massimo la potenza e il minor peso possibile e le due appendici sono fondamentali per sfruttare al 100% il potenziale dell'auto.

L'alettone anteriore di una Formula 1 - LaPresse
L'alettone anteriore di una Formula 1 – LaPresse

Abitacolo su misura e a prova di confort

Non meno importante, infine, sono le sospensioni, poste subito dietro l'alettone anteriore e ai lati dell'abitacolo occupato dal pilota. Esse, infatti, reggono gli pneumatici che danno direzionalità alla vettura: le gomme, soprattutto nell'era moderna, rivestono un ruolo fondamentale per le prestazioni in pista garantendo il miglior grip sull'asfalto e la possibilità di spingere alla ricerca del tempo. Infine l'abitacolo che è sempre costruito su misura del pilota: oltre ad avere due pedali – quello dell'acceleratore e quello del freno – il posto di guida deve essere il più confortevole possibile perché è lì che il pilota passerà la maggior parte del tempo e nel quale si troverà ad affrontare ogni fase del weekend.

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