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Toyota, Fiat e GM: Chavez detta la linea in Venezuela

Che condividano le tecnologie e producano 4×4 per raggiungere le zone rurali: questo l’invito di Hugo Chavez. In alternativa vadano via, “farò venire i russi, i bielorussi e i cinesi”.
A cura di Danilo Massa
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hugo chavez

Il socialismo nazionale di Hugo Chavez arriva infine ad infastidire anche le industria automobilistiche occidentali. Dopo la nazionalizzazione di diversi importanti ambiti della produzione, il leader venezuelano minaccia le case automobilistiche operanti nel paese di sostituirle con altrettante imprese provenienti dai paesi emergenti. Chiaro ed inequivocabile il presidente della repubblica bolivariana: le società automobilistiche oggi presenti "sono invitate a fare fagotto e andarsene. Farò venire i russi, i bielorussi e i cinesi".

I provvedimenti delineati da Chavez saranno presi nel caso in cui gli operatori del settore non producano più 4×4 per le zone rurali e, soprattutto, non adoperino nel paese le tecnologie di cui sono in possesso. Le case interessate dalle minaccie di Chavez sono Toyota, General Motors e – per il tramite di Iveco e Chrysler – anche Fiat.

Proprio la Toyota è il primo obiettivo dell'interprete della rivoluzione bolivariana: il ministro del Commecio ha ricevuto istruzioni per far eseguire un'ispezione nello stabilimento dei giapponesi. Dopo aver nazionalizzato imprese elettriche, siderurgiche, società produttrici di petrolio e caffé, il governo venezuelano mette adesso paura il mondo dell'auto.

Tutti lo sanno: Chavez fa sul serio.

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