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Uilm su Termini Imerese: “Serve più concretezza”

Il fronte sindacale vuole investimenti sicuri sullo stabilimento siciliano della Fiat a fronte dei tanti soldi che il Lingotto spenderà per gli altri stabilimenti.
A cura di Eugenio Tinto
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Il nuovo piano industriale Fiat è stato accolto con gioia dai tanti addetti ai lavori che lo aspettavano con ansia. Molte parti sociale sono state accontentate, anche se Sergio Marchionne continua a dire che c’è ancora qualcuno che non vuole raggiungere un accordo (Pomigliano d’Arco su tutti). Ma non tutti gli stabilimenti verranno integrati con gli investimenti di cui sopra, anzi c’è un sito in particolare che conosce già da tempo il suo tragico destino: Termini Imerese.

Sullo stabilimento siciliano e sul suo futuro si è espresso il sindacato Uilm di Palermo, attraverso Vincenzo Comella, il quale ha ribadito: “il piano industriale della Fiat, oggi consente una visione diversa sul futuro dello stabilimento di Termini Imerese. Siamo di fronte ad una certezza, la Fiat oggi è una azienda che rilancia sotto il profilo della produttività e della redditività e fissa l’obiettivo di 6 milioni di auto all’anno nel mondo, delle quale ben 1,4 milioni saranno prodotte in Italia”.

Continua l’esponente della Uilm palermitana: “questo piano industriale non spiega la necessità di ristrutturazione e della chiusura dello stabilimento di Termini Imerese visti gli obiettivi di cui sopra e per questi motivi i lavoratori e il popolo siciliano non si devono accontentare delle proposte che ci vuole propinare il ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola”.

La Fiat comunque sul Termini Imerese si è già espressa, “per me è una questione chiusa” aveva detto l’amministratore delegato Sergio Marchionne a margine della presentazione del piano industriale. Chissà, realmente, come andrà a finire.

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