Un anno senza Jules Bianchi
Sono passati dodici mesi dalla scomparsa di Jules Bianchi. Incredulità, stupore e lacrime sono la costante dei momenti in cui passano le immagini dell'incidente di Suzuka del 5 ottobre 2014, quel giorno maledetto. Quella gru fuori posto, la pista impraticabile e la testardaggine di dover, per forza, far finire quella gara con il conteggio dei giri previsti e non prima. Attimi interminabili, la pioggia e poi quelle immagini: la macchina rossa, bianca e nera sotto la gru. Subito si capì che era una situazione delicata e molto più complessa rispetto a quella di Adrian Sutil, uscito di pista il giro precedente. Jules venne trasportato subito al reparto di terapia intensiva dell'ospedale di Yokkaichi dove subì un intervento per ridurre un ematoma al cervello.
La vita del pilota francese era appesa ad un filo. Quel giovane di belle speranze e sempre sorridente non avrebbe mai più aperto gli occhi per parlare con i suoi genitori e i suoi amici di pista. Dopo nove mesi di coma, il 17 luglio 2015, la famiglia comunicò la scomparsa di Jules. Il dolore è grande come l'impotenza di vedere un ragazzo del 1989 morire mentre sta facendo quello che ama e che avrebbe potuto essere il suo lavoro per gli anni a venire.
Pochi giorni prima la commissione d'inchiesta sull'incidente di Jules dichiarò non colpevoli i soggetti coinvolti nell'indagine presentando una relazione di ben 396 pagine che riassume in 12 punti l'accaduto in pista e le conseguenti decisioni. Purtroppo quella commissione non è mai stata vista di buon occhio dall'opinione pubblica e la credibilità di molti suoi membri è scemata proprio da quel momento.
Durante il weekend di Montecarlo del Mondiale 2016 di Formula 1 la famiglia di Jules Bianchi ha annunciato ufficialmente di voler far causa alla FIA per avere giustizia per il figlio. Questo non lo farà ritornare in vita ma, almeno, chi ha sbagliato pagherà per i suoi errori. Intanto sono passati 12 mesi e qui si sente tanto la tua mancanza. #CiaoJules