Un fenicottero rosa in MotoGP

Sono passati venti anni da quella drammatica sessione di prove del sabato. Sarebbe stato un turno come gli altri della 250cc, di cui non ho più memoria. Ma quel giorno me lo ricordo. Ricordo un uomo sdraiato per terra, morto, e un altro che trema al suo fianco.

Un impatto mortale per Noboyuki Wakai, il pilota giapponese della Suzuki, che uscendo dalla corsia dei box in piena accelerazione si ritrova davanti un incauto tifoso che stava attraversando la pitlane. Non potendo evitarlo, il pilota investe quell’uomo e finisce contro lo spigolo del muretto dei box, sbattendo la testa. Colpo che sarà fatale per il pilota ventiseienne che, nonostante i tempestivi soccorsi, si sarebbe spento da li a poco.

In un’Italia distratta dalle chiacchere di Piero Pelù al concertone, l'eco dell’incidente arriva leggera, come un fenicottero rosa, il volatile che Noboyuki Wakai rappresentava per la sua altezza e per il suo modo di stare in sella e che era ripreso nella grafica del suo casco. Ma ad attirare l’attenzione sulla tragedia, quel giorno, non era la morte ma la nazionalità dell’incosciente tifoso, Fabio Ravaioli, un italiano amico del motociclista Loris Reggiani, commerciante di vini di Forlì.

Oggi quel fenicottero rosa riappare sui caschi e sulle moto dei piloti che questo weekend si trovano a Jerez per il terzo appuntamento del Motomondiale. La MotoGP rende così tributo al giapponese scomparso in quell’assurdo incidente, unitamente a una scultura, svelata giovedì alla famiglia, che ricorda il fenicottero utilizzato da Wakai sul suo casco. (Foto del casco di Cal Crutchlow, fonte: twitter)