Un terzo delle auto è datato. Sud più inquinante

[Foto di Moyan Brenn]
Emissioni di CO2 e redditi vanno a braccetto in un rapporto inversamente proporzionale. Quanto più una regione è povera, tanto maggiore sarà l'inquinamento delle sue vetture. L'ennesima conferma viene dai dati sulle immatricolazioni nel nostro paese. In Italia sono immatricolate, al 1 gennaio 2012, 37 milioni di vetture, tra le quali il 33,68% appartiene alle classi 0, 1 e 2, quelle che "sporcano" di più secondo la normativa anti-inquinamento. Il ricambio del parco auto, insomma, è sconosciuto a 1/3 delle vetture circolanti, che risalgono appunto a prima del 2001. Per di più, le stesse proporzioni riguardano anche la sicurezza, dal momento che 1/3 delle vetture è ritenuta poco sicura.
Guadagni tanto, inquini poco. Le regioni che contano il maggior numero di auto "vecchie", immatricolate prima del 2001, sono quelle in cui il reddito è più basso: Campania in testa, seguita da Calabria e Basilicata. Le più virtuose sono Trentino Alto Adige, Toscana e Lombardia. La stretta della crisi ha imposto a molte famiglie di rimandare a tempi futuri, necessariamente indefiniti, l'ammodernamento della propria auto. La presenza intermittente ed esigua degli ecoincentivi, peraltro, accentua questa tendenza.
Nell'attesa, osserva il Centro Studi Continental, è necessario assicurare un'adeguata manutenzione della propria vettura, cura garantita in parte dall'obbligatorietà delle revisioni periodiche. L'interesse a ridurre le emissioni di CO2, invece, incontra la necessità di risparmiare sui consumi. Desiderio che potrebbe portare a installare impianti a metano o gpl gli automobilisti consapevoli di non poter acquistare un auto nuova. Lo stile di guida e l'attenzione per la pressione dei pneumatici può fare il resto. Sempre nell'attesa che arrivino tempi migliori.