Valentino Rossi alle prese con il suo futuro
Le forti dichiarazioni di Valentino Rossi sul suo futuro nel Motomondiale stanno facendo il giro del mondo. Non trascorre più di un solo giorno che al nove volte Campione del mondo non venga riposta la domanda tormentone del momento: cosa sarà allo scadere del contratto con la Yamaha. Ipotesi, conferme e smentite, interviste tagliate e poi rimontate per fare uscire dalla bocca di un pilota, che a franchezza non invidia nulla a nessuno, un flebile “Sei gare per decidere”, una sfida con se stesso all’alba dei 35 anni.
Sei gare per capire se Rossi riuscirà a colmare quel gap che in questa stagione lo ha separato dai tre spagnoli. Una vera e propria deadline che siglerà la fine di un’era fatta di campioni veraci. Un punto di non ritorno dall’epoca Rossi. Riuscire ad avvicinarsi non è un obiettivo impossibile per un campione della pasta del Dottore se si considera che tra i tre spagnoli oltre allo “stellare” Jorge Lorenzo in Yamaha e al Marquez “Dottore” del prossimo decennio, c’è un certo Dani Pedrosa. L’obiettivo più vicino è quindi recuperare su Pedrosa: dalla sfida con lo spagnolo, avversario di una vita battuto tante volte e mai campione in MotoGP, può dipendere il futuro del Dottore.
Gli spagnoli affilano le armi – Come gli altri due connazionali, anche Dani Pedrosa cambia qualcosa nel team. Alberto Puig, storico manager dello spagnolo, non sarà più al muretto box ma continuerà ad essere comunque manager del pilota di Sabadel. Al suo posto Raul Jara, un amico di vecchia data. Scelta meno sprezzante di quella di Marc Marquez o della prova del nove di Rossi che con Galbusera si gioca un’ultima carta. Decisione maturata, sottolinea il Dottore le cui motivazioni restano cementate nonostante il diluvio mediatico e lo scoop generalizzato. Un rapporto logoro e un’età non solo anagrafica per il vecchio Jeremy a mettere fine a un sodalizio che durava dai tempi della 500. Le scelte del box di Lorenzo sono invece una conseguenza del mondo delle corse: Valentino Negro e Walter Crippa salutano Yamaha e majorquino perché stanchi di vivere in giro per il globo. Al loro posto due ex meccanici Superbike di Ben Spies. Ovviamente confermati l’asso nella manica Ramon Forcada e Takashi Moriyama.
Lo Sky VR46 team c’è – “Per me sarà un hobby”. Un progetto ambizioso, come tutte le sfide di Rossi che in questo primo anno vedrà Valentino “supervisore” ma che in futuro potrebbe trasformarsi in una vera e propria attività a tempo pieno. Lo Sky VR46 team è ormai in piedi e corre su KTM. In sella Romano Fenati e Francesco Bagnaia, compagni di squadra nella stagione appena conclusa nel team Italia, che nei primi test ad Almeria sono stati subito veloci.
Piccoli piloti crescono – Tanto entusiamo nello Sky VR46 team e primi passi con la nuova squadra per Pecco Bagnaia confermato solo dopo la formalizzazione di Vittoriano Guareschi tra le fila del nuovo progetto del Dottore. Il torinese dopo questa stagione di esordio in MotoGP con il San Carlo Team Italia, completa il box dello Sky VR46 team mentre il fratello di Rossi, Luca Marini, che nei primi mesi della nuova realtà del Campione pesarese era tra i piloti papabili alla sella della KTM, correrà nel CEV, in Moto3, con la Kalex KTM del team Aspar.
Marini al CEV – Il sedicenne Luca Marini, wild card a Misano nella scorsa tappa del Motomondiale, sarà invece il portacolori della VR46 Racing Accademy nel CEV, il campionato spagnolo velocità con il team Aspar, in seguito a un accordo Valentino Rossi ha stretto con il team di Jorge Martinez. Una collaborazione nata per favorire la crescita dei giovani talenti e che per Luca Marini diventerà un anno di crescita in un campionato da cui sono nati tanti campioni e che resta oggi più formativo del nostro CIV. Luca Marini era in pista già questo weekend a Jerez de La Frontera, ultima gara e seconda presenza in Moto3 nel CEV dopo il debutto nella tappa Albacete 2 nel mese di settembre. Marini, quattordicesimo al traguardo, chiude la gara con qualche imprevisto di troppo, con un contatto nelle fasi finali.