Valentino Rossi c’è sempre: e uno così dovrebbe ritirarsi?
Con la gara di apertura del mondiale MotoGP in Qatar, Valentino Rossi ha scritto l’ennesimo capitolo di una carriera già scolpita in modo indelebile nella storia del motociclismo. Con una corsa di tenacia e concretezza, Valentino Rossi ha regalato un’altra grandissima gara, trovando un terzo posto che fa capire perché dopo 23 stagioni il Dottore sia ancora lì a lottare e a godere del podio. Campione infinito, il pesarese ha trovato il mondo di continuare a stupire e dare spettacolo, ritoccando nuovamente i record di una carriera leggendaria.
Da 23 anni sul podio
A distanza di oltre 21 anni dal suo primo podio, il terzo posto conquistato a Spielberg nell’agosto del 1996 in sella all’Aprilia 125, il pesarese ritocca nuovamente il record assoluto di podi in carriera, portandolo a quota 228, uno dei più importanti primati detenuti da Valentino Rossi, oltre a quello del maggior numero di terzi posti, 49 nel mondiale con quello di ieri a Losail. Da 23 stagioni di fila il Dottore sale almeno una volta sul podio – anche nei difficile biennio in Ducati, per il pesarese il podio è arrivato in tre occasioni – e a 39 anni non c’è probabilmente modo migliore per iniziare la stagione. Una bella gara ma non da dieci (“Perché dieci si merita solo quando si vince”) ma è anche vero che, con risultati così, Valentino mette a tacere le polemiche di qualcuno ora che il rinnovo del suo contratto con la Yamaha è stato ufficializzato per altre due stagioni. “Dicono che sono troppo vecchio? Pensavo a queste cose dieci anni fa” taglia corto il Dottore, perché “quello che conta sono i risultati e quello che succede in pista”. E la gara di apertura di Losail non ha fatto che confermare Rossi mattatore del mondiale. E un Rossi così dovrebbe ritirarsi?
È anche vero che in Qatar, negli ultimi giri, al campione di Tavullia è mancato qualcosa per lottare per la vittoria. Dovizioso e Marquez, che gli sono arrivati davanti, erano più veloci e probabilmente il pesarese non avrebbe potuto fare molto di più. Ad ogni modo il primo podio della stagione trasforma l’avvio del mondiale in una celebrazione del rinnovo, roba da fuoriclasse per il quale nulla è cambiato e nulla cambierà per le prossime tre stagioni. Né servirà aspettare il 2020 per capire se Rossi ha preso o meno la decisione giusta dopo anche questa 228esima conferma di valore e tenuta fisica.