Valentino dalla sella alla cattedra, al Ranch la “scuola” Rossi
Dopo le rivelazioni degli ultimi giorni, secondo cui il pilota pesarese avrebbe confessato di voler restare alla Yamaha fino al 2016, sperando in un rinnovo biennale del contratto, Valentino Rossi ha cominciato a pensare a quello che potrebbe essere il suo futuro dopo le corse. Secondo alcune indiscrezioni, il nove volte campione del mondo avrebbe un piano alquanto ambizioso a partire già dal 2014: far firmare un contratto triennale ad alcuni giovani emergenti, tra cui spiccano i nomi di Romano Fenati e Niccolò Antonelli, per portarli a essere competitivi già a partire dal prossimo anno in Moto3. Rossi fornirà alle promesse del motociclismo italiano un pacchetto completo che prevederà oltre agli allenamenti, anche una preparazione fisica e psicologica. Inoltre il Dottore avrebbe già prenotato due KTM per i due campioncini in erba che dovrebbero iniziare ad allenarsi sul Ranch alle porte di Tavullia. Rossi, da campione pluri-iridato a manager d’eccezione, con qualcosa in più. Valentino avrebbe infatti già concluso un accordo con un capo tecnico di grande esperienza il cui nome non è stato ancora rivelato.
Il Ranch privato del Dottore, che ha già per entrambe le piste (quella da motocross e quella da short track) l’omologazione della FIM, smetterebbe di essere solo un luogo dei divertimenti, per trasformarsi in una vera e propria accademia per giovani talenti. Sia la Dorna che la FIM pare abbiano già appoggiato in pieno l’idea “Scuola Rossi”. E come se non bastasse, a riscaldare l’atmosfera in questa rovente estate, Valentino Rossi dovrebbe anche cominciare a seguire più da vicino il fratello, Luca Marini, portandolo a correre nel Mondiale già quest’anno: Luca infatti sarà wild card al GP di Misano del 15 settembre.
Un progetto che andrebbe a rinvigorire le fila del motociclismo italiano, negli ultimi schiacciato dalla supremazia spagnola, non solo dal punto di vista sportivo se si considerano il ritorno mediatico e i risvolti in termini di vendita di moto. E anche se in molti sperano che il giorno in cui Rossi appenderà il casco al chiodo non arrivi mai, proprio questo progetto potrebbe essere una piccola consolazione per i tanti fan che vedrebbero il Dottore dare un contributo consistente alle due ruote made in Italy.