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Valentino Rossi: “Il mio ritiro non cambierà la MotoGP”

Il pesarese ha parlato apertamente della fine della sua carriera e dei programmi per il futuro: “Manca ancora tempo per prendere una decisione, ma quando non sarò più un pilota sarà un disastro. Per adesso l’obiettivo è essere più forte degli ultimi due anni”.
A cura di Valeria Aiello
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Valentino Rossi / Getty Images
Valentino Rossi / Getty Images

Per molti appassionati di MotoGP, un Campionato del mondo senza Valentino Rossi è difficile da immaginare. Il pesarese non ha ancora deciso quando appenderà il casco al chiodo ma, considerati i quarant’anni e un contratto che lo vedrà in sella alla Yamaha fino alla fine del 2020, non si può certo escludere che quello firmato dal pesarese alla vigilia della passata stagione non sia stato l’ultimo rinnovo con la Casa di Iwata. Un dubbio che attanaglia tifosi e in primo luogo Valentino.

“Il mio ritiro non cambierà la MotoGP”

Accade spesso che pensi a quanto sono arrivato lontano – ha detto Valentino Rossi in un’intervista a Speedweek.com – . Da un lato sento la pressione di essere ancora nel Mondiale, ma la più grande pressione che sento sempre è la voglia di vincere. Essere il volto del Campionato del mondo MotoGP è qualcosa che mi rende orgoglioso. Penso di aver aiutato il mondo del motorsport in tutto il mondo, perché molte persone hanno iniziato a seguire le gare grazie a me e questo è davvero positivo.”

In ogni caso, ritiene Valentino, il suo ritiro non cambierà la popolarità della MotoGP: “Quando mi fermerò, non cambierà nulla e la MotoGP rimarrà la MotoGP, ma sono felice che il campionato sarà conosciuto più di quanto non lo fosse prima di me. Forse Carmelo (Ezpeleta, il ceo di Dorna, ndr) dovrà pagarmi per questo – scherza Rossi – .  Abbiamo molti piloti italiani nel Mondiale, ad esempio Franco (Morbidelli), Pecco (Bagnaia) e mio fratello (Luca Marini). Ma spero che rimarranno sostanzialmente tutti i fan della MotoGP anche dopo il mio ritiro.

Sul quest'ultimo contratto ho dovuto riflettere attentamente, è stata una decisione importante. Non ero sicuro al cento per cento. Ero preoccupato, anche se è stato facile per me prendere una decisione alla fine. Manca ancora molto tempo prima di dover prendere un decisione. Preferirei affrontare le prime sei gare della stagione 2019 e poi le sei successive, è così che di solito lavoro. L’anno prossimo, quando dovrò prendere una decisione, dipenderà molto da come mi sento in moto e dalle prestazioni. Non ho ancora deciso nulla.”

Futuro come ‘Ago' o Aspar?

Come proprietario dello Sky Racing team impegnato in Moto2 e Moto3, quando deciderà di chiudere la sua carriera, Valentino potrà restare nel Mondiale e avere più tempo per occuparsi di corse e dei suoi piloti. Non sarebbe il primo a percorrere la strada del team manager, dopo anche il 15 volte campione del mondo Giacomo Agostini e l’ex pilota Jorge Martinez che gestisce il team Aspar da 28 anni.

Se assomiglio più ad Agostini o ad Aspar? Bella domanda, è da tempo che ci penso. Quando non sarò più un pilota ma andrò alle gare, sarà un disastro, perché non potrò guidare una moto. Non so come sarà davvero alla fine”. Per adesso “l’obiettivo principale è continuare a spingere per il decimo titolo. So che sarà molto difficile. L’importante ora è essere più forti degli ultimi due anni, cercare di salire sul podio ogni fine settimana e lottare per vincere le gare. Sarà difficile vincere il titolo, ma come sempre sarà il mio obiettivo. Se la moto sarà buona come nel 2015, non c’è motivo per cui non possiamo farlo. Se la M1 sarà più competitiva, allora potremo essere forti”.

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