Valentino Rossi: “La mia gag preferita? Il bagno di Jerez ma anche la multa del Mugello”

“Ho sempre giocato con Graziano, mio padre, con le moto, perché lui ne sapeva parecchio”. Così Valentino Rossi inizia a raccontare la sua storia nel primo dei cinque episodi della web serie “Valentino Rossi, The Doctor”, pubblicato oggi da Monster Energy sul canale ufficiale YouTube e sui social media del colosso americano di energy drink. È la storia del G.O.A.T., del “Greatest of All Time” – del più grande di sempre. “Penso di essere stato il primo a coniare questo soprannome” dice Colin Edwards, rivendicando la paternità di questa abbreviazione. “Arrivò, conquistò e non ce ne fu più per nessuno” spiega l’ex collega del Dottore che, dalla sua Tavullia, è entrato nel mondo del motociclismo come il figlio di Graziano.
Ho iniziato a pensare di diventare un vero pilota quando siamo arrivati al campionato del mondo nel 1996 – ricorda il pesarese.
Fin dai primi test, Rossi aveva capito di essere atterrato su un pianeta dove la velocità era una cosa seria, dove la sua sete di vittoria era sempre accompagnata dalla sua instancabile voglia di divertirsi. Rossi non ha rispetto per nessuno, lotta contro qualsiasi avversario, indipendentemente se sia un rookie o un pilota in corsa per il titolo iridato. Descritto come un “Peter Pan” dal team managing di Yamaha, Lin Jarvis, come un “campione fuori da ogni immaginazione” dal suo collaboratore Flavio Fratesi, Valentino Rossi centra la sua prima vittoria a Brno, in Repubblica Ceca, iniziando a conquistare anche il cuore dei tifosi per il suo modo di trasmettere la passione per quello che fa. “Penso sia proprio questo ciò che la gente apprezza” aggiunge Jarvis. E come dargli torto.
Rossi protagonista prima e dopo il traguardo
Nel 1997 Rossi conquista il primo mondiale e tutti sono travolti da un talento eccezionale e divertiti dalle gag con cui festeggia ogni successo, da quelle scenette che nascevano nelle notti trascorse al bar di Tavullia in compagnia della “Tribù dei Chihuahua”. Dalla vittoria dedicata ai Carabinieri, al giro d’onore al GP d’Italia con la bambola gonfiabile con le sembianze di Claudia Schiffer per prendere in giro Max Biaggi per la relazione con Naomi Campell, alla festa sul podio di Donington travestito da Robin Hood, alla finta polleria e al pollo “Osvaldo”, al carcerato “condannato a vincere”, allo spazzolone per pulire “lo sporco” dal Motomondiale, a Biancaneve e i sette nani, al notaio Ottaviani Ottavio, allo Scusate il ritardo, alla Zuppa Mondiale, alla Gallina vecchia… e tutte le altre memorabili scenette che sono seguite ai suoi successi.
Ma qual è la gag che lo ha divertito di più?
La gag che mi ha divertito di più è stata nel 1999 a Jerez, quando sono andato in bagno, in 250cc – rivela Valentino Rossi
E come non dargli ragione. “Avevo un bisogno, non potevo certo aspettare la metà gara, non potevo aspettare podio e interviste” scherzava l’allora ventenne Valentinik che dopo il traguardo celebrava il primo successo stagionale parcheggiando la sua Aprilia a bordo pista per precipitarsi nella toilette dei commissari. Un’impresa che, racconterà Rossi, gli era costata una multa di 2.000 franchi svizzeri (2,5 milioni di vecchie lire) da parte della direzione gara.
Ma anche quella del Mugello nel 2002, quando la polizia municipale mi ha fermato e mi ha fatto la multa – aggiunge.
In quella stagione, la classe 500cc diventava MotoGP e le moto passavano dai motori a 2 tempi a quelli a 4 tempi. Quella del Gp d’Italia è probabilmente una delle gag più celebri, fermato in pista dopo il traguardo da due finti vigili urbani (gli amici Rino Salucci, il padre di Uccio e Presidente del Fan Club, e Stefano Franca, professore di violino) con tanto di paletta e divisa autentica del Comune di Pesaro, che gli contestavano una multa per eccesso di velocità. Ma la gag non venne capita da tutti, tanto che alcuni tifosi, sfondate le reti, non capendo che si trattava di uno scherzo avevano cominciato a inveire verso di loro. “Lasciatelo andare!” urlava qualcuno tra il pubblico nel delirio finale.