Valentino Rossi: “Rispetto a 5 o 6 anni fa, oggi è più difficile”
Gli anni passano ma ogni volta che si torna a correre a Laguna Seca il ricordo va ad uno dei sorpassi più belli della carriera di Valentino Rossi. Dal 2008 sul gradino più alto del podio californiano si sono avvicendati piloti diversi, a partire da Dani Pedrosa che chiuse primo nel 2009, a Jorge Lorenzo nel 2010, ai due anni di strapotere di Casey Stoner. Un circuito molto particolare, antiorario, con tanti dislivelli, su cui Rossi in realtà ha sempre avuto delle difficoltà e su cui, escluso l’anno del sorpasso al Cavatappi, non è riuscito a vincere. “Su questo circuito ho sempre faticato anche se mi piace molto. È diverso da ogni altro” spiega, “Ci sono molte curve cieche e l'asfalto non è perfetto. Ci sarà da lavorare bene. Poi c’è Marquez e bisognerà vedere in quanto tempo imparerà la pista”. Valentino Rossi, alla vigilia del GP degli Stati Uniti, scherza con Marc Marquez, l'attuale leader della classifica iridata che sul Mazda Raceway di Monterey non ha mai corso, dal momento che il tracciato californiano è un’esclusiva della classe regina dal 2005: “Gli consiglio di seguire Nicky Hayden per imparare la pista” commenta scherzando “e di prendersela comoda quest'anno per provare a vincere il mondiale la prossima stagione”.
In realtà non è solo il fenomeno Marc Marquez a impensierire il Dottore, ma anche il rientro di Dani Pedrosa e del suo compagno di squadra Jorge Lorenzo, senza dimenticare Cal Crutchlow, il pilota del team Yamaha Tech3 autore in di una stagione particolarmente consistente: “Ci sono tanti i fattori da considerare. Bisognerà scoprire le condizioni di Dani e Jorge. Soprattutto come quest’ultimo affronterà il weekend, se deciderà di rischiare come al Sachsenring o penserà solo a portare a casa punti importanti per il campionato. Infine, non sottovaluto Crutchlow, è in ottimo stato di forma, quando cade si rialza e va forte. Parte spesso davanti e nel finale di gara è molto veloce”. Non poche preoccupazioni per Rossi che, oltre dal guardarsi bene dai suoi avversari, dovrà cercare di fare un ulteriore passo avanti con la Yamaha se vorrà puntare al podio.
In Germania, il pesarese ha pagato il caro prezzo di non essere riuscito a trovare il setting giusto, chiudendo comunque con un terzo posto, ma dietro a Cal Crutchlow e senza Pedrosa e Lorenzo in pista: “Al Sachsenring più che una scelta conservativa, lo definirei un errore” ha dichiarato il pluricampione del mondo. “Nel giro secco si può rischiare, nella scelta del setting meno. L’altro assetto lo avevo provato meno e non ce la siamo sentita di usarlo. Sono consapevole che possiamo fare meglio”. La parola d’ordine anche per il weekend californiano è continuare a lavorare, così come Rossi e il suo team hanno sempre fatto in tutti questi anni. Anni che passano e che influiscono non tanto per il loro peso, quanto per la preparazione atletica dei piloti di ultima generazione. “Non voglio dire che siamo tutti invecchiati, ma che dobbiamo fare meglio. So che posso ancora lottare per vincere delle gare e il campionato è ancora lungo, non si può dare nulla per certo. Rispetto a 5 o 6 anni fa però è più difficile, non so se ero io andare più forte, sicuramente gli altri piloti sono cresciuti molto. Burgess ha 60 anni, è grande ma ancora bravo. Penso che il mio team sia ancora vincente”.