Valentino Rossi vince anche negli affari: utili record per la sua VR46 Racing Apparel
Prima Rossifumi, poi Dottore, e da qualche anno anche imprenditore: a 38 anni e oltre 20 di carriera Valentino Rossi continua a giocarsi il mondiale contro rivali anche 15 anni più giovani e a vincere anche fuori dalle piste dove il pesarese si sta dimostrando un abile uomo d’affari. Merito della sua VR46 Racing Apparel, l’azienda di merchandising sportivo fondata nel 2013 con un investimento di 1,8 milioni e che oggi ne fattura oltre 20 l’anno, il 35% in più rispetto all’esercizio precedente, con un utile quasi raddoppiato a 3,5 milioni in solo 12 mesi. Ai dati di bilancio va aggiunto anche il numero dei dipendenti, 44, di cui 6 assunti lo scorso anno, quasi tutti a tempo indeterminato, guidati dal papà e presidente Graziano Rossi.
Una vera e propria macchina da soldi che oltre ai prodotti marchiati con il mitico 46, cura e produce il merchandising di tanti suoi avversari in MotoGP, compreso quello del nuovo compagno di squadra, Maverick Vinales, ma anche di Dani Pedrosa, Cal Crutchlow, Danilo Petrucci, Scott Redding, Pol Espargarò, Jack Miller, Alvaro Bautista, Jonas Folger, nonché dei giovani talenti della sua Vr46 Riders Academy, tra cui Franco Mordidelli, Pecco Bagnaia, Andrea Migno, Stefano Manzi e Nicolò Bulega, per citarne alcuni, oltre a collaborare con piloti di altre discipline, come l’otto volte iridato del cross Tony Cairoli. La lunga lista dei clienti comprende anche case motociclistiche come Yamaha e KTM, e perfino marchi come Lamborghini e Juventus. Di questo elenco, fino a un paio di anni fa, facevano parte anche Marc Marquez e suo fratello Alex, ma dopo le scintille di Sepang 2015, il contratto di collaborazione con i due era stato risolto.
Niente male, dunque, per l’azienda di cui Valentino veste l’abito dell’imprenditore che negli anni ha aperto la strada a molte nuove opportunità diventando oggi riferimento nel mondo della MotoGp e del racing in generale. E tra teli da spiaggia, occhiali, orologi, tazze, bandiere, t-shirt e addirittura mutante, la società cresce rigogliosa, senza ricorrere a indebitamento bancario. Il campione di Tavullia, anche quest’anno sul treno iridato, non pensa certo al ritiro (“Potrei continuare anche dopo il 2018”) ma ciò che è certo che anche una volta appeso il casco al chiodo, continuerà ad essere campione anche negli affari.