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Vespa Primavera 125, una carriera costellata di successi

Uno dei modelli più noti del brand Vespa, la Primavera 125 è un’icona di stile. Il Made in Italy nella sua massima espressione, il motore 125 la faceva sfrecciare a 90 Km/h.
A cura di Pietro Ginechesi
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La storia della Vespa è costellata di modelli di successo, la cui riuscita è comprovata da vendite che non si sono praticamente mai arrestate. Insomma, passano gli anni ma la Vespa continua ad evolversi. Il dibattito su quale sia la più bella Vespa di sempre è molto acceso tra gli appassionati e l'unica conclusione che si può trarre è che ogni modello è unico nel suo genere. Una delle più apprezzate tra collezionisti e fan delle due ruote è certamente la Primavera 125. Nel 1968 Piaggio sostituì la Nuova 125 con un modello migliorato basato sulla stessa cilindrata. Dopo l'addio del 1982, il brand Vespa ha riportato in vita la mitica Vespa Primavera con un nuovo modello presentato all'EICMA 2013.

Prima generazione

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Rispetto alla Nuova 125, la Primavera porta con sé molti miglioramenti ed un nuovo stile che sancisce il passaggio ad una filosofia costruttiva da parte di Piaggio. Tutta la sezione anteriore è intarsiata da una cornice in alluminio ed il tappo cromato del clacson assume un nuovo disegno. Nuovo è anche lo stemma Piaggio, che abbandona la forma rettangolare per adottare il logo esagonale che resterà intatto per molti decenni. Il faro è montato sul manubrio e presenta un nuovo elemento trasparente, inoltre la cromatura della ghiera diventa di serie per tutti i modelli. Il cruscotto guadagna un contachilometri rivisto nel design per ospitare il nuovo logo esagonale e la scala del contachilometri arriva fino a 120 Km/h. Per la prima volta compare il portaoggetti sulla pancia sinistra, mentre la marmitta risulta simile a quella della Special 50, con l'unica differenza data dall'uscita dello scarico posta nella zona inferiore, al di sotto della saldatura. Al posteriore si nota il fanale di coda in tinta con la carrozzeria e la targhetta "Primavera" in corsivo. Nonostante il serbatoio resta lo stesso della Nuova 125, sviluppato per ospitare la monosella, la Primavera monta di serie la doppia sella. Il motore manteneva invariata la cilindrata di 121 cm³, con accensione a puntine platinate, il rapporto di compressione fu aumentato a 8.25, permettendo al propulsore di generare 5.56 CV di potenza ad un regime di 5.500 giri/minuto. La velocità massima dichiarata era di 90 Km/h. Questo primo modello fu prodotto fino al 1974.

Seconda generazione

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Nel 1974 Piaggio apportò una serie di modifiche estetiche a tutta la sua gamma, riguardando anche la Primavera. In particolare cambiarono le targhette su tutti i modelli, sostituendo le diciture in corsivo ad un più semplice e moderno stampatello. Lo scudo anteriore perde la targhetta "Primavera 125", sostituita dalla sola scritta "Vespa", mentre al posteriore compare la dicitura "Primavera 125" in stampatello. Volano e statore recano il nuovo logo esagonale, così come la cuffia motore e le manopole, gli ultimi elementi che ancora usavano lo stemma rettangolare. Le leve del manubrio sono dritte, con la sezione finale a pallino. Il cavalletto della prima serie risultava troppo fragile e ne venne montato uno più spesso. La seconda generazione di primavera fu prodotta dal 1974 al 1976 e rappresenta il primo passo che portò all'ultima serie.

Terza generazione ed ET3

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L'ultima generazione di Primavera nasce nel 1977. Il manubrio risulta più schiacciato e le leve vengono abbandonano la forma dritta e arriva la nuova variante curvata, con un pallino più grande nella sezione finale. Il cambio delle leve ha portato anche alla revisione dell'intero apparato di leveraggio della frizione. Il bloccasterzo assume una forma ovale, mentre il fanale di coda non è più lo stesso della Nuova 125 e guadagna un corpo interamente in plastica. La terza generazione viene affiancata da un altro modello, la 125 ET3, molto più avanzata a livello meccanico. A livello estetico si differenzia per la targhetta "ET3", montata al posteriore, accanto alla dicitura "Primavera 125", alcuni dettagli verniciati in Antracite e gli adesivi "Electronic" sui lati. La marmitta a padellina viene sostituita da una variante a siluro. A livello meccanico, la ET3 monta una centralina Ducati che gestisce l'accensione elettronica, abbandonando le puntine. L'accensione elettronica permette al motore di avviarsi rapidamente in qualsiasi condizione. Il cilindro è ora a 3 travasi, fornendo al motore più potenza, guadagnando una velocità massima maggiore ed una migliore accelerazione in partenza. Il 1982 è l'anno in cui cessò la produzione della Primavera 125 e della ET3.

[Le foto, dall'alto verso il basso, sono di: Talba, B. Frahm, Wikipedia e Hyku]

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