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Vettel, tra errori e sfortuna un’annata da dimenticare

Il tedesco sembra in crisi, i 98 punti in meno rispetto alla scorsa stagione non sono spiegabili solo con la sfortuna: le ultime 5 gare dovranno servire a ritrovare la tranquillità giusta per affrontare la prossima stagione.
A cura di Matteo Vana
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Sebastian Vettel / Getty
Sebastian Vettel / Getty

Quella di Sepang è l'ennesima domenica nera della Ferrari, schiacciata da dominio Mercedes e incapace di reagire ai progressi della Red Bull, ora distante 46 punti. La Rossa delude ancora una volta e si scopre incapace di essere cinica: come già successo in Spagna, quando le Frecce d'Argento si erano suicidate al primo giro, non riesce ad approfittare dell'unica occasione buona per portare a casa quella vittoria che sembra una chimera. E' proprio questa la prima differenza con la passata stagione: l'anno scorso il Cavallino era riuscito a girare a proprio vantaggio ogni sfortuna dei rivali, quest'anno a beneficiarne sono sempre i rivali di Milton Keynes.

Carpe diem, questo sconosciuto

Un'incapacità di cogliere l'attimo, quel carpe diem, che diventa fondamentale in un mondo che va di corsa come la Formula 1, sta diventando una vera e propria ossessione per la scuderia italiana che si riflette anche sui piloti. Ma se da un lato Kimi Raikkonen, chiamato Iceman non certo per caso, riesce a gestire la pressione senza commettere errori e anzi riuscendo a tirare fuori il massimo da una SF16-H che appare inferiore alle altre macchine in lizza ogni gara per il podio, lo stesso non può dirsi per Sebastian Vettel. Il tedesco sembra vittima della sua stessa insicurezza: l'errore di ieri, che gli costerà anche 3 posizioni sulla griglia di Suzuka, ne è la prova. Il margine tra una staccata da fenomeno e uno sbaglio piuttosto grossolano è fin troppo labile, ma serve a spiegare chiaramente la difficile stagione vissuta dal pilota Ferrari. Il Fato beffardo sembra essersi accanito su di lui: prima la Cina, con lo scontro fratricida con Raikkonen, poi la Russia dove venne tamponato da Kvyat. A completare il tutto c'è Spa, con il sandwich tra Verstappen e il compagno di squadra e ieri.

Ritrovare la tranquillità perduta

Una bella dose di sfortuna, ampliata dallo scoppio della gomma in Austria e dalla rottura a Singapore che lo ha costretto a partire dall'ultima fila. Vettel ha saldato il suo conto con la sfrortuna, ma i 98 punti in meno rispetto alla stagione scorsa devono far riflettere. Il confronto con la passata stagione è impietoso, il tedesco sembra stia soffrendo soprattutto dal punto di vista mentale: lo zero alla voce vittorie comincia a farsi pesante, il rischio di chiudere la stagione senza salire mai sul gradino più alto del podio si fa sempre più concreto e il pilota della Ferrari ne risente. Anche in Malesia ha affrontato la prima curva come fosse l'ultima, con una cattiveria sportiva che può avere solo chi sa di avere una sola occasione e tenta l'all-in: a volte, però, il rischio non paga ed è quello che sta succedendo a Vettel. La SF16-H non è sicuramente l'arma migliore per combattere contro le Mercedes, ma con un atteggiamento più cauto il podio non sarebbe stato un miraggio e il distacco dalle Red Bull sarebbe ancora contenuto. Le ultime 5 gare della stagione dovranno servire soprattutto per recuperare dal punto di vista mentale il tedesco: il talento non si discute, il ferrarista è uno dei migliori piloti in circolazione, ma così si rischia di compromettere anche la prossima stagione. Quella che, per forza di cose, dovrà essere quella del riscatto: per la Ferrari, ma soprattuto per Sebastian Vettel.

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