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Il Salone di Parigi, Volkswagen e la svolta electric vegan sushi

Il colosso di Wolfsburg arriva al Salone di Parigi 2016 con tutti i buoni propositi per un futuro a zero emissioni. Volkswagen tenta di riequilibrare il karma e dopo il dieselgate punta tutto su elettrico e guida autonoma.
A cura di Pietro Ginechesi
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Concept car I.D. di Volkswagen al Motor show ci Parigi (@Eric Piermont/Getty Images)
Concept car I.D. di Volkswagen al Motor show ci Parigi (@Eric Piermont/Getty Images)

Dopo la mega bufera del dieselgate, il colosso di Wolfsburg deve affrontare due grossi ostacoli: pagare le numerose multe in arrivo da qualsiasi nazione in cui abbiano commercializzato le proprie vetture e riguadagnare la fiducia di pubblico ed investitori. La prima manovra richiede l’eliminazione di alcuni progetti inerenti all’intero Gruppo Volkswagen, la seconda è un’operazione ben più complessa.

Elettrico per tutti
Think new, uno spiegone sofista
I diesel sono il passato
Non vendiamo auto ma solide realtà

Elettrico per tutti

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Appena ricevuta notizia del dispositivo che “fregava” i test sulle emissioni e faceva sembrare il TDI EA189 il propulsore più pulito della galassia, in casa Volkswagen il mood è diventato “che schifo i diesel”. Il primo passo per distogliere l’attenzione è stata una rapidissima introduzione di nuovi modelli estremamente green, passando attraverso step ibrido per poi mirare dritto alla mobilità a zero emissioni. In uno stand affollato di auto bianche, Volkswagen ha presentato la I.D. Concept e la nuovissima e-Golf. La mitica Golf diventa un’auto elettrica capace di viaggiare per circa 300 Km con una sola carica. La concept I.D. è una piccola elettrica che punta l’attenzione su due annate: 2020 e 2025. Entro il 2020 Volkswagen applicherà la filosofia stilistica della I.D. alle sue compatte elettriche mentre nel 2025 la guida autonoma sarà a disposizione di tutti.

Think new, uno spiegone sofista

Volkswagen Budd-E

Il nuovo slogan del marchio è “Think New”, ossia “Scurdammoce ‘o passat, simm ‘e Wolfsburg paisà”. Volkswagen si trova con pesanti sensi di colpa nei confronti di madre natura, gli investitori, il reparto comunicazione, i venditori, i clienti e una valanga di nazioni. Rilanciare i motori diesel presentando un propulsore a gasolio ad alta efficienza è una mossa fin troppo banale ed il mega gruppo Volkswagen Aktiengesellschaft deve necessariamente fare le cose in grande. Ed ecco che il brand VW da produttore di “sporchi naftoni” diventa pioniere delle nuove tecnologie automotive sotto ogni punto di vista. In sede di riunione ci si è chiesto quale fosse il futuro dell’auto e, osservando i vari sviluppi degli innumerevoli brand del Gruppo VW, si è giunto alla conclusione che bisogna puntare tutto su 3 punti chiave: zero emissioni, guida autonoma, mobilità connessa.

I diesel sono il passato

Volkswagen Eco-Up

Nello stand Volkswagen non si vedono modelli diesel, le auto esposizione sono tutte ibride o elettriche, nella peggiore delle ipotesi c’è un benzina TSI. La parola “diesel” è tabù e non va affatto pronunciata. VW è green adesso e quei brutti motori gasolio non vuole neanche sentirli nominare. Spostandosi oltre si arriva alla zona dedicata a Seat, che sta pubblicizzando la nuova Ateca più di un iPhone. Il brand spagnolo spinge tantissimo sul SUV su base VW Tiguan. Tra immense campagne pubblicitarie, una valanga di comunicati stampa che intasano le mail dei giornalisti ed un cinema 4D realizzato ad hoc per il Salone di Parigi, la Seat Ateca è il classico prodotto di cui si è parlato così tanto che, giunti alla commercializzazione, già non se ne può più. Accanto agli spagnoli ci sono i boemi di Skoda, che presentano il grintoso SUV 7 posti Kodiaq, esemplare ben riuscito dell’attuale filosofia di Skoda. Entrambe le vetture si basano sulla piattaforma modulare MQB e sono ampiamente predisposte all’installazione di qualsiasi motore mamma VW faccia uscire dalle fabbriche. Il risultato finale è una gamma motori benzina e diesel bella corposa e costituita da motori ampiamente collaudati, tra cui differenti varianti TDI 1.6 e 2.0 litri. Ed ecco come si smaltiscono tutti i propulsori TDI di cui nessuno si fida più. Basta togliere lo stemma VW ed inserirlo in un contesto differente. Geni!

Non vendiamo auto, ma solide realtà

Volkswagen Golf GTE

“ Involtini di carote ripieni di carote con condimento di carote ”
La tendenza si conferma, in casa Volkswagen come altrove: vendere auto senza parlare di auto. Se, fino a un decennio fa, l’automobile era una necessità e si cercava di acquistare la vettura più affidabile e giusto qualche accessorio per renderla più confortevole, ora il mercato è completamente cambiato. Non si acquistano più auto che, il tempo di finire di pagarle, hanno già percorso 250.000 Km con 3 guarnizioni di testata differenti. Il motore conta ben poco e non si attira più il cliente con emissioni ridotte a 99 g/Km di CO2 (precisi precisi).

È il lifestyle a vendere, ossia tutte le possibilità ipotetiche e rarefatte che si offrono all’immaginario di chi acquista il tuo prodotto. Abilitare Apple CarPlay per connettere il proprio iPhone al sistema di infotainment permette di comunicare a Siri istruzioni precise su come dire ai propri follower che si è in viaggio verso un’apericena ai navigli, mentre Spotify riproduce la playlist Topsify con le hit del momento come “Andiamo a comandare”.

Colpetti di cipria sopra rughe profonde, insomma. Non è un caso che tutto il casino del dieselgate non abbia lanciato un monito sui rischi ambientali, ma sia solo diventato un pretesto per fare cassa con tutte le multe ad esso connesse. Si è parlato semplicemente di truffa e tutto si è concluso in questione di mera economia, dove il consumatore finale è l'unico ad esserne rimasto scottato.

Ho visto cose inspiegabili, come involtini di carote ripieni di carote con condimento di carote, concept le cui peculiarità non saranno mai presenti sulla versione definitiva, sistemi di infotainment talmente smart che fanno sentire stupidi chi li utilizza e una Smart ForTwo elettrica con carrozzeria fuxia. Ho visto auto che tutto fanno, tranne trasportare persone. Il tutto racchiuso in un evento chiamato Mondial de l’Automobile. L’auto non è più un veicolo e il mercato ora impone soltanto SUV crossover con assetto sportivo ma adatti all’off-road leggero e al vegan sushi senza olio di palma.

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