Volkswagen richiama 11 milioni di veicoli, operazione da 6,5 miliardi
Volkswagen corre ai ripari: il nuovo numero uno del gruppo, Matthias Muller, ha annunciato il ritiro di 11 milioni di veicoli dotati del software incriminato di truccare i test sulle emissioni inquinanti, costato la testa e un’indagine per frode al suo precedessore, Martin Winterkorn. Muller, rivolgendosi ai top manager riuniti nel quartier generale di Wolfsburg ha promesso un “piano esaustivo” per risolvere la questione emissioni in pochi giorni, attraverso l’introduzione di una soluzione tecnica che verrà comunicata ai proprietari dei veicoli diesel coinvolti. La soluzione dovrà essere annunciata entro il 7 ottobre, secondo la data fissata dall’Autorità tedesca dei Trasporti. L’operazione costerà complessivamente svariati miliardi al colosso tedesco, una cifra che secondo gli analisti potrebbe sforare i 6,5 miliardi fino ad ora accantonati dal gruppo, toccando quota 20 miliardi di dollari.
Inchiesta anche in Giappone. Lo scandalo emissioni che ha investito il gruppo Volkswagen si allarga a macchia d'olio: il governo giapponese ha annunciato un’inchiesta per verificare che i produttori locali di auto, Toyota, Nissan, Mazda e Mitsubishi, e gli importatori di marchi europei, rispettino gli standard sulle emissioni inquinanti. L’iniziativa di Tokyo arriva in risposta allo scandalo dieselgate che coinvolge gli 11 milioni di veicoli del gruppo Volkswagen nel mondo, 5 milioni a marchio Vw, oltre 2,1 milioni a marchio Audi e secondo una prima stima, circa 700mila Seat, le più colpite dallo scandalo del software truccato tra le controllate di Wolfsburg.
Bankitalia, difficile stima delle ripercussioni. “All’incertezza presente sui mercati globali si è aggiunta negli ultimi giorni quella connessa con le possibili ripercussioni, difficili da quantificare, del grave scandalo Volkswagen sul settore dell'auto e sulle aspettative degli investitori e dei consumatori”. Così il vice direttore della Banca d’Italia, Luigi Federico Signorini, nel suo intervento durante un’audizione al Senato sulla Nota di aggiornamento del Def, ha sottolineato che nell’area dell’euro la ripresa si è intensificata dalla fine dello scorso anno”, ma “al rafforzamento della congiuntura europea si contrappone un significativo indebolimento dell’attività economica in Cina e nelle altre economie emergenti” che costituisce “un elemento di incertezza per il futuro”, portando “a un ridimensionamento delle prospettive globali di domanda e di inflazione” e ad “incidere negativamente sulla fiducia degli investitori”.
Vw Usa risponde ai clienti, nuovo sito con le informazioni sul dieselgate. Nelle ultime ora un mini sito dedicato al dieselgate è stato aperto dalla divisione nordamericana Volkswagen per dare informazioni ufficiali e formire informazioni sullo scandalo emissioni. Il nuovo sito, Volkswagen Diesel Information, riporta le comunicazioni ufficiali del Supervisory Board Volkswagen, il video messaggio del ceo e presidente della divisione Usa, Michael Horn, dichiarazioni dei responsabili della Casa tedesca, e fa chiarezza tra le notizie circolate su fonti non ufficiali, a partire dalla domanda “Sono vere queste voci di stampa sulle centraline truccate?” cui Vw risponde che i “regolamenti governativi limitano l’uso del software del motore che riduce l’efficacia dei sistemi di controllo delle emissioni di un veicolo”, e che “purtroppo, Vw ha violato tali regolamenti. Ci assumiamo la piena responsabilità ed esprimiamo rammarico per quanto accaduto accaduto”. Risposta importante arriva anche sul fronte della sicurezza, e suoi modelli coinvolti nello scandalo, per cui si precisa l’elenco dei modelli a marchio coinvolti negli Usa, Jetta TDI 2009-2015, Jetta SportWagen TDI (2009-2014), Golf TDI (2010-2015) Golf SportWagen TDI 2015, VW Beetle TDI and VW Beetle Convertible TDI (2012-2015) VW Passat TDI (2012-2015) – che negli States il 2.0 Tdi incriminato è stato ritirato per lavorare all’ottenimento dell’omologazione 2016.