Volkswagen, Svezia apre un’indagine per frode aggravata

Nuovo fronte europeo di indagine per Volkswagen dopo quello aperto dall’ufficio antifrode dell’Ue, quello avviato dal dipartimento di Giustizia statunitense e le oltre 500 cause legali presentate nella solo stato della California contro la casa automobilistica tedesca da quando negli Usa è scoppiato lo scandalo emissioni. Il procuratore svedese anticorruzione ha annunciato di aver aperto un’indagine preliminare per frode aggravata contro Volkswagen, nell’ambito dello emissioni di azoto truccate. L’inchiesta dovrà stabilire se modelli del gruppo prodotti tra il 2009 e 2015 superano o meno i limiti sulle emissioni fissati dall’Ue. L’inchiesta riguarderà anche “le condizioni per l'imposizione di un'ammenda nei confronti dell’azienda” ha precisato l’Ufficio della Procura in un comunicato.
Un portavoce di Volkswagen in Svezia, dove il gruppo ha ammesso 225mila veicoli truccati, ha accolto con favore l’inchiesta, negando che il ramo svedese sia colpevole delle accuse. Le indagini degli inquirenti svedesi rischiano di tradursi in un conto salato per la casa automobilistica, per la falsificazione dei dati nei documenti di omologazione dei veicoli, per cui Vw rischia una multa sui volumi di emissioni di ossidi di azoto non dichiarati. Un'ulteriore voce da aggiungere alla già annunciata sanzione che potrebbe toccare le due decine di miliardi di dollari negli Usa oltre al costi di richiami e risarcimenti.
Una questione, quella dei dispositivi per il controllo delle emissioni, su cui la Commissione Europea è al lavoro per la definizione di una proposta per obbligare le case automobilistiche ad ampliare le informazioni sui software e la dotazione tecnica installata sui modelli. Tra le misure di cui la Commissione sta discutendo, anche una norma per evitare il conflitto di interesse con i centri specializzati dove vengono svolti i test di omologazione, spesso pagati dagli stessi costruttori.