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Volvo e Saab: la Svezia è cinese

Per gli svedesi il 2009 è stato un anno terribile: per la Saab poche le speranze, mentre la Volvo ha oramai preso la direzione di Pechino.
A cura di Danilo Massa
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Se attraverso il mercato autombilistico può misurarsi lo stato di salute di un'economia, allora il quadro clinico della Svezia sarebbe quello di un malato terminale. Di contro, l'Oriente godrebbe di una "sana e forte costituzione", così come sintetizzano i classici certificati medici.

Mentre la Saab ascolta gli zoccoli olandesi, in attesa che la Spyker infine giunga a salvarli, già parte dell'azienda è stata acquisita dalla cinese Beijing Automotive Industry. Anche certi passaggi intermedi hanno un evidente capacità di sintesi, considerato che l'europea Saab era (per ora lo è ancora) dell'americana General Motors.

Adesso è il turno della Volvo. Sempre origine svedese e meta cinese, con passaggio intermedio americano. Controllata dalla Ford Motor Company, è stata confermata la vendita alla Zhejiang Geely Holding Group Company Limited, con la quale sarà firmato l'accordo preliminare entro marzo del 2010, per un passaggio integrale eentro il mese successivo. Gli esperti valutano il passaggio intorno ai 2 miliardi di dollari, mentre dieci anni fa gli statunitensi acquistarono l'azienda per 6,5 miliardi di dollari.

I rapporti con la casa americana, tuttavia, non dovrebbero essere definitivamente sospesi, garantendo la Ford una necessaria continuità dal lato tecnologico. E adesso la spigolosa questione dei dipendenti. Gli impegati della Volvo sono 22.000, di cui 16.000 in Svezia.

La crisi economica che fa feriti e che non passa mai. Crisi economica, in cui l'Europa è ancora trincea.

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