WRC: Messico e nuvole di polvere. Hyundai pronta per la prima vittoria stagionale?
Terza prova stagionale e terza tipologia di fondo stradale. Dalle nevi del Montecarlo, alla polvere del Messico, passando per il fango (troppo) ed il ghiaccio (poco) della Svezia, che ha regalato un rally ridotto, più ricco di polemiche che di colpi di scena ed azioni sulle speciali. Archiviata la vittoria di Ogier nelle terre nordiche, il Mondiale approda oltre oceano per disputare la nuova edizione del Rally Guanajuato, tornato come appuntamento fisso in calendario nel 2004. Lo scorso anno fu Sébastien Ogier a dominare, come di consueto verrebbe da dire visti i continui successi del francese, davanti alla Citroen DS3 di Ostberg ed all’auto gemella di Mikkelsen. Anche per il 2016 il binomio talento francese su auto tedesca diventa ancora l’obiettivo da fermare a tutti i costi per gli avversari, per evitare di assistere nuovamente ad una fuga solitaria in vetta alla classifica di Ogier. Tra gli avversari è forse Hyundai la favorita ad impensierire maggiormente il terribile squadrone Volkswagen.
Rally del Messico: speciali classiche ed alcune novità
Partiamo con il dire che il Rally del Messico non è sicuramente uno dei rally più facili in calendario. Fondo polveroso e ghiaioso sulle speciali, prove dal chilometraggio elevatissimo alternate ad altre del tipo sprint, dove anche il minimo errore diventa irrecuperabile, alcuni stage in notturna. Insomma: ingredienti per regalare il massimo dello spettacolo agli appassionati. Tra le novità principali la mostruosa tappa che aprirà l’ultima giornata di gara, domenica. Sono ben 80 chilometri di speciale da percorrere nella SS20 Guanajuato e rappresentano la speciale più lunga mai disputata dal 1983 ad oggi. Una prova selettiva per mettere ulteriormente in crisi i pochi equipaggi rimasti in gara. La giornata del sabato si concluderà invece con la Street Stage nel cuore della cittadina di León, in notturna. Per il resto grandi classiche dal chilometraggio elevato, come la El Chocolate da 54,21 Km, da ripetere in SS4 e SS7, e la Otates, da 42,62 Km con passaggio in SS12 e SS15.
Attenzione alla Hyundai
Senza soffermarsi troppo sullo stato di grazia in cui vive Sébastien Ogier, occorre spostare l’attenzione su quella che in questo inizio di stagione sembra essere l’avversaria più temibile, ovvero la Hyundai i20. La casa coreana, ultima arrivata nel circus iridato, è la casa che dal punto di vista tecnico/prestazionale sta dimostrando i migliori risultati. In Messico, nel 2014, anno di esordio nel Mondiale, Hyundai centrò il primo podio con Neuville. Da allora i progressi sono stati molti e nelle prime due uscite stagionali la i20 vanta già due podi, con il terzo posto di Neuville al Montecarlo, ed il secondo piazzamento di Hayden Paddon in Svezia. Nella top-five della classifica iridata anche Dani Sordo, più regolare con due sesti posti conquistati. Da tenere presente che sia auto che piloti sembrano particolarmente a loro agio nei rally caratterizzati dal fondo sterrato. Rimane invece da chiarire la politica e la definizione di una squadra che pare in perenne cambiamento: in Messico Neuville torna prima guida su Sordo (per portare punti in classifica costruttori) mentre Paddon salirà sulla i20 gemella del Team N, ovvero quello della Hyundai Mobis World Rally Team.
Jari-Matti Latvala pronto al riscatto?
Tra i protagonisti della scorsa stagione c’era sicuramente Jari-Matti Latvala, capace di dare parecchi gratta capi al compagno di squadra Ogier. Il 2016 invece si è rivelato un anno nero per il pilota finlandese che nelle prime due gare ha collezionato zero punti, dovendo fare i conti con la sfortuna e problemi tecnici. Una sospensione danneggiata al Montecarlo ed il cedimento dell’albero motore nella prima giornata in Svezia hanno lasciato l’amaro in bocca a Latvala, pronto però a risorgere dalle sue ceneri nella polvere di questo Rally del Messico.