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Yamaha, il sospetto del team: “La rottura del motore di Rossi e Lorenzo per fuorigiri”

Una fonte interna al team MotoGp: “La causa più probabile è l’aumento dei giri per lo scollinamento del rettilineo del Mugello. È in quel punto che la ruota posteriore si solleva, inducendo un picco che probabilmente ha avuto influenza nel taglio dell’alimentazione”.
A cura di Valeria Aiello
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Valentino Rossi con il suo team dopo la rottura del motore al Gp d'Italia / Getty
Valentino Rossi con il suo team dopo la rottura del motore al Gp d'Italia / Getty

Yamaha fuorigiri al Mugello. Questo è il sospetto del team prima che gli ingegneri di Iwata aprano le due unità per indagare su quanto accaduto ai propulsori di Valentino Rossi e Jorge Lorenzo domenica scorsa. Una fonte interna al team ha spiegato che la causa più probabile della rottura del motore di Lorenzo nel warm up e di Rossi al nono giro del Gp d'Italia, è lo scollinamento sul rettilineo principale del circuito toscano. In quel punto, lo pneumatico posteriore si solleva, ruotando in aria a circa 380 km/h, provocando un picco di giri del motore oltre il regime imposto dal limitatore.

Questo, combinato con l’elettronica di questa stagione, meno sofisticata e precisa, ha probabilmente avuto un’influenza nel taglio dell’alimentazione – ha analizzato la fonte parlando a Motorsport.com.

Bisogna anche considerare che Valentino era dietro a Jorge e che questo indica che probabilmente non aveva aria pulita per raffreddare il motore – ha aggiunto.

Inoltre, correre nella sua scia, significa che la moto di Rossi ha raggiunto velocità che non erano state toccate durante il fine settimana”.

Dai dati della telemetria è emerso che la velocità di punta raggiunta da Lorenzo, 340,9 km/h, è arrivata al 22esimo giro della gara mentre Rossi ha toccato i 343,2 km/h al settimo giro, in corrispondenza o facendo meglio della velocità massima del suo compagno di squadra in cinque occasioni: il Dottore ha toccato i 340,9 km/h al secondo giro, 342,9 km/h al quarto, 342,7 km/h al sesto, 343,2 km/h al settimo e 342,9 Km/h al nono, che non ha completato. Per Rossi, il motore rotto domenica era il terzo dei sette propulsori a disposizione durante la stagione. Aveva fatto il suo debutto nelle libere 3 di Jerez, dove era stato utilizzato nel terzo e quarto turno di libere, qualifiche, warm up e durante la gara vinta dal pesarese. A Le Mans, Rossi lo ha usato di nuovo la domenica, sia nel warm up che in gara, come al Mugello. Tenendo presente che in alcune sessioni di prove ha utilizzato due motori, il terzo propulsore di Rossi dovrebbe aver percorso circa 500-550 chilometri.

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