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Fca, Marchionne: “2015 oltre le aspettative, piano al 2018 fattibile”

L’ad di Fiat Chrysler a Detroit ha confermato i target finanziari al 2018 che potrebbero essere raggiunti anche con vendite più basse. Per Fca la strategia resta la fusione, esclusa al momento GM: “Con Barra neanche gli auguri di Natale”. Google? “Stiamo parlando”.
A cura di Valeria Aiello
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Sergio Marchionne durante la presentazione della Chrysler Pacifica insieme John Elkann
Sergio Marchionne durante la presentazione della Chrysler Pacifica insieme John Elkann

Dal Salone dell’Auto di Detroit dove Fiat Chrysler ha lanciato il primo ibrido, la nuova Chrysler Pacifica, l’amministratore delegato di Fca Sergio Marchionne ha confermato gli obiettivi al 2018, utile netto a 5 miliardi di dollari e indebitamento azzerato, aspetti di “un’importanza fondamentale” per l’amministratore delegato, perché “daranno la sicurezza di poter affrontare qualsiasi tipo di sfida” anche quando non sarà più lui alla guida del gruppo.

Marchionne, piano al 2018 "fattibile"

“L'anno è andato bene: oltre le aspettative” spiega Marchionne nella conferenza della giornata di apertura alla stampa, in vista dei risultati sul mercato 2015. Sul target al 2018 è “un piano non facile ma fattibile” che può essere raggiunto “senza ricorrere alla cassa integrazione e senza ristrutturare gli stabilimenti” anche con volumi di vendita più bassi. “Non importa quante auto riusciremo a farne nei prossimi tre anni: la cosa fondamentale è il margine di guadagno” dice Marchionne allontanando gli scenari immaginati da analisti che considerano il target troppo ambizioso. Per il manager italocanadese è importante togliersi di dosso “quelli che Renzi chiama gufi”, osservatori non solo europei e americani ma “internazionali”. “Globali” aggiunge Elkann.

Google? "Stiamo parlando, non servono annunci"

Tra i temi caldi del Salone quello di una possibile fusione con partner del settore automotive. Per il triennio 2016-2018 la strategia di Fca resta quella del consolidamento, esclusa “al momento, la prospettive con Gm”, come anticipato in occasione della quotazione di Ferrari in Borsa a Piazza Affari, un’operazione “che al di là dello scorporo, dell’ingresso in Borsa, dei 10 miliardi che hanno fruttato al gruppo e del valore delle azioni, è da cretini esaltare o criticare. Conta solo che la Ferrari vada in Australia e torni a vincere su un circuito”. La prospettiva Gm, non è mai decollata “Non ci siamo datti neanche gli auguri di Natale”. Sulla collaborazione con Google, Marchionne ha confermato il rapporto come con altri player, ribadendo che “l’importante è rimanere aperti” nei confronti di chiunque dia la possibilità di utilizzare la tecnologia già disponibile. “Non bisogna fare discorsi alla Mosè, schierarsi contro la Silicon Valley sarebbe un’idiozia. Lavoriamo con Google come lavoriamo con altri. Non c’è bisogno di fare annunci roboanti a Las Vegas”.

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