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GP Gran Bretagna: Ferrari ormai terza forza del Mondiale

Senza la pioggia, le Ferrari non sarebbero andate oltre il quinto posto. Sull’asciutto, le rosse faticavano a tenere il ritmo di Williams e perfino Force India. Vettel sceglie perfettamente il momento di mettere le intermedie, Raikkonen butta via un possibile podio. E Arrivabene quasi lo scarica.
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Senza la pioggia, la Ferrari non sarebbe arrivata oltre il quinto posto. Senza la pioggia, la Ferrari è adesso la terza forza del campionato. Il weekend di Silverstone, il giro di boa della stagione, consegna orizzonti ristretti e ambizioni da ripensare per il Cavallino. Se l'inizio di stagione suggeriva legittimi propositi di grandezza, di inseguimento delle Mercedes, la nona gara del Mondiale riconsegna la Ferrari a una dimensione diversa, a faticare anche per stare davanti alle Williams. La pioggia ha aguzzato l'ingegno e portato Vettel a scegliere il momento giusto per la sosta, come ha ammesso anche il team principal Arrivabene, a caldo, intervistato dagli inviati di Sky. “Vettel ha fatto un capolavoro in pista. Ma non sono contento perché dobbiamo essere onesti: se la gara fosse stata tutta senza pioggia, il gap sarebbe stato molto diverso. Quindi bisogna andare avanti con umiltà e non fare i fenomeni perché abbiamo avuto un terzo posto grazie a un grande pilota e a una grande strategia. Ma ci vuole anche una grande macchina”. Il terzo posto finale del tedesco non basta a risollevare del tutto il weekend. E soprattutto non basta a nascondere gli errori di Raikkonen.

Le colpe di Kimi – Perché sbagliare è umano, ma perseverare per troppa prudenza no. Tenuto troppo ai box nelle qualifiche in Austria, oggi Raikkonen si ferma troppo presto, alle prime gocce di pioggia. E' il primo dei top-10 a fermarsi per le intermedie. In quel momento è anche davanti a Vettel, ma prima che la pista si bagni sul serio passano tre giri, e le gomme di Iceman diventano inservibili tanto da costringerlo a una seconda sosta meno di 10 giri dopo. Così, un possibile piazzamento tra i primi cinque diventa un ottavo posto. E Arrivabene de facto lo scarica. "In caso di pioggia si lavora in due, la chiamata è del pilota. è lui che deve giudicare come lavora la macchina. Raikkonen ha fatto una chiamata, ha anticipato la richiesta della sosta ed è finita come è finita". Una zavorra non da poco sul futuro sempre più in discussione del finlandese.

Vettel, colpo di genio – Alla fine, la scommessa di fine gara la perde la Williams, che semina benissimo e raccoglie male, e la vince soprattutto Vettel. Dalla roulette di Silverstone esce il rosso del tedesco, che si regala il 72mo podio in carriera per il 28mo compleanno. Ma il suo terzo posto non può oscurare i problemi, non può salvare del tutto un weekend che ha consegnato a Arrivabene più problemi e riflessioni che sorrisi.

Passi indietro – Sull'asciutto, Vettel e Raikkonen hanno fatto molta fatica a tenere il ritmo non solo delle Williams, ma anche delle due Force India, indicatore chiaro di una superiorità netta delle power unit Mercedes su un tracciato in cui si viaggia per il 67% con l'acceleratore al massimo. Se le libere suggerivano quanto meno una prospettiva di un passo di gara competitivo, l'assetto delle SF15-T, pensato più per cercare la massima prestazione in qualifica con le medie, non è parso certo ottimale nella prima metà di gara, con le macchine più pesanti e le mescole più dure che hanno bisogno di raggiungere temperature più alte per funzionare meglio. Ma il passo indietro è più generale, e può iniziare a mettere in discussione il percorso di sviluppo della power unit iniziato dal gran premio del Canada. I gettoni spesi prima di Montreal non stanno dando i frutti sperati, anzi non solo il gap con le Mercedes è rimasto invariato, ma si è anche sensibilmente ridotto il vantaggio rispetto alle Williams. Anche a Silverstone, al Cavallino è mancato il cambio di passo, già dal venerdì al sabato, e anche nelle sole qualifiche i tempi migliori sono arrivati in Q1, poi le prestazioni hanno iniziato gradualmente a peggiorare.

Quale futuro – Adesso la Ferrari ha davanti una serie di partite decisive per il futuro. Da una parte la quotazione in Borsa, della sola holding olandese ha spiegato Marchionne, per dieci miliardi. Una cifra considerata troppo bassa da Bernie Ecclestone, che non ha mai nascosto la passione per le rosse, ne ha una vasta collezione, compreso il modello che ha vinto la prima gara in F1 nella storia del Cavallino, con Froilan Gonzalez proprio a Silverstone nel 1951, e ha già annunciato di voler comprare qualche azione. Dall'altra le trattative per il nuovo pilota, che potrebbe portare a un incrocio di destini e di interessi se la scelta dovesse cadere su Valtteri Bottas, che ha come manager, da sempre, Toto Wolff, il team principal della Mercedes. Ma la priorità, Arrivabene docet, è ottenere il massimo da questa stagione, non scegliere adesso il pilota del 2016. Ma il passo del Cavallino tende a somigliare troppo a quello del gambero. Chissà che la pausa estiva dopo l'Hungaroring non possa portare consiglio e invertire la rotta. Altrimenti anche quest'anno finirà per diventare una stagione di transizione. Con l'incognita dei nuovi regolamenti cui adattarsi fra un paio d'anni. Il futuro si decide adesso. Da questo bivio non si torna indietro.

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