Michelin indaga sul problema alle gomme denunciato da Valentino Rossi
Era stato Valentino Rossi, dopo le qualifiche del Gp di San Marino e Riviera di Rimini a riportare di un problema a una delle gomme impiegate nelle corso delle prove libere del sabato al Misano World Circuit Marco Simoncelli. “Al mattino pensavo di poter essere veloce, ma il problema è stato che ho guidato con una gomma che non ha funzionato come dovrebbe” aveva ammesso il pesarese, alle prese con uno pneumatico difettoso nel terzo turno di libere. “Questo fine settimana abbiamo avuto qualche problema con le gomme, alcune vanno meglio e altre peggio, ed è successo un po’ a tanti piloti”. Un’anomalia nel comportamento con cui il Dottore ha fatto i conti anche durante la prima uscita in qualifica. “Dopo l’uscita con la prima gomma ero preoccupato. Fortunatamente, nella seconda uscita, andava bene” aveva analizzato dopo aver centrato la seconda casella in griglia. Lo stesso giorno, anche il rivale e compagno di squadra in Yamaha, Jorge Lorenzo, aveva parlato del problema avuto la domenica precedente a Silverstone, durante il Gp di Gran Bretagna. “A Silverstone mi è capitato uno pneumatico difettoso, e ci sono stati altri piloti che hanno lamentato che una stessa gomma ha mostrato performance diverse”.
Alla luce di queste critiche, il responsabile del programma MotoGP della Michelin ha difeso il marchio francese, spiegando che le critiche mosse dal campione di Tavullia rispondono a un episodio specifico.
Non sono cose che accadono spesso – ha precisato Taramasso a Motorsport – Valentino ha detto che è successo sue volte in questa stagione. Quello che facciamo in questi casi è eseguire un’analisi approfondita per cercare di chiarire quello che è accaduto, come è stato costruito e come è stato trasportato.
Il tecnico italiano spera di aver presto una risposta.
Vogliamo fornire la nostra versione nel più breve tempo possibile, e daremo una risposta precisa dopo aver effettuato le pertinente analisi chimiche. In tre settimanre daremo una risposta a Valentino perché siamo noi i primi a voler sapere se c’è qualcosa nel nostro sistema di produzione che non funziona bene – ha concluso.
