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A Francoforte ci sono poche Fiat, ma ancora meno sono i suoi dirigenti

Per “impegni di lavoro” al Salone di Francoforte non sono presenti né Marchionne né Elkann. Secondo l’agenzia di stampa Bloomberg il Lingotto potrebbe aver incontrato ulteriori problemi nell’acquisizione delle restanti quote di Chrysler.
A cura di Danilo Massa
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Al Salone di Francoforte i modelli Fiat in anteprima sono pochi, i dirigenti del Lingotto ancora meno. Sergio Marchionne non si è presentato né all'importante giornata di apertura del motor show, né sarà alla riunione di mercoledì dell'Acea, l'associazione dei costruttori europei di cui è presidente in carica. Lo stesso discorso vale per il presidente del Lingotto John Elkann; al che le voci si sono levate prima bisbiglianti e poi, attraverso l'agenzia stampa Bloomberg, più decise: potrebbero essere sorti dei problemi sulla valutazione delle quote in Chrysler del fondo Veba.

Se ieri Fiat Industrial aveva fatto registrare in borsa un incoraggiante +2,37%, oggi cede il 2,42%, espressione di un mercato che nutre dubbi non solo sulla vicenda Veba, ma anche su quella di Cnh, che vede il Lingotto impegnato a cercare investitori americani per il ramo "agricolo" del Gruppo. A tenere banco, comunque, è sempre l'acquisizione da parte dell'azienda italiana delle restanti quote Chrysler (41,5%), laddove i tempi rischiano di allungarsi molto oltre le attese di Marchionne. Veba ha incoraggiato il Tribunale del Delaware, chiamato a stabilire il prezzo delle azioni, a fissare la data per il processo "non oltre il 2015", mentre da Torino si spera di poter concludere la vertenza entro maggio 2014.

Dagli Usa alla Russia il passo è breve, anche se si tratta di passare per Torino. La Fiat, infatti, non sta giocando soltanto la partita americana, ma anche quella russa. Per fine agosto il Lingotto si attendeva di poter concludere un contratto con Renault e Zill per la produzione di veicoli commerciali. Giunti quasi a metà settembre si è ancora in attesa di una firma che blindi l'accordo.

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