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Acquisti vincenti, i sei piloti di Formula 1 divenuti campioni all’esordio in scuderia

Valtteri Bottas, dopo aver firmato con la Mercedes, è pronto per conquistare il suo primo titolo in Formula 1: un’impresa non semplice visto che nella storia del mondiale, sono pochi i piloti che ci sono riusciti. Da Hunt, nel 1976 a Kimi Raikkonen nel 2007, ecco quelli in grado di vincere all’esordio con il nuovo team.
A cura di Matteo Vana
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Kimi Raikkonen festeggia il titolo del 2007 - Getty Images
Kimi Raikkonen festeggia il titolo del 2007 – Getty Images

Valtteri Bottas è finalmente approdato alla Mercedes: un corteggiamento durato più di un mese, un'eternità in un mondo che corre veloce come quello della Formula 1, ma alla fine il finlandese è riuscito a conquistare il sedile più ambito del circus. Il difficile, però, arriva adesso: Bottas dovrà dimostrare in pista di meritare quel posto, facendo vedere a tutti che la sua non è stata solo una scelta di comodo per scortare il compagno Lewis Hamilton al quarto titolo della carriera. L'obiettivo è quello di vincere il mondiale al primo tentativo con la nuova scuderia, un'impresa riuscita a pochi piloti nella storia della Formula 1.

1976, l'anno magico di Hunt e della McLaren

Il primo pilota della Formula 1 moderna a conquistare l'iride appena approdato nella sua nuova scuderia fu James Hunt. Era il 1976 quando il britannico firmò il contratto con la McLaren: l'anno precedente, alla guida della Hesketh, Hunt era riuscito a piazzarsi in quarta posizione mostrando al circus le sue doti di pilota spettacolare e senza paura. Sopranniominato nei primi anni di carriera "The Shunt" – lo schianto – per i numerosi incidenti che lo videro coinvolto, con la scuderia inglese riuscì a battere Niki Lauda in un mondiale storico. Arrivati all'ultima gara appaiati, in Giappone l'austriaco, reduce del terribile incidente del Nurburgring, decise di ritirarsi al secondo giro a causa della condizioni della pista. Hunt proseguì riuscendo a strappare un terzo posto; un'impresa che gli valse il primo e unico titolo della sua carriera.

James Hunt con la sua prima moglie Suzy Miller - Getty Images
James Hunt con la sua prima moglie Suzy Miller – Getty Images

La prima e unica volta dell'orso sudafricano

Nell'albo d'oro dei piloti che riuscirono a conquistare il titolo da debuttanti ci sono anche Jody Scheckter e la Ferrari. È il 1979 quando il sudafricano firma con la Rossa, a precederlo la fama da duro e numerosi incidenti incidenti alle spalle che gli valsero anche uno stop: dopo l'incidente a Silverstone, infatti, su pressione della Grand Prix Drivers' Association, la McLaren lo mise fuori squadra fino al Gran Premio del Canada. L'aria di Maranello, però, riesce a rivitalizzarlo regalandogli una stagione magica: il sodalizio con Gilles Villenueve si rivelò uno dei più redditizi nella storia delle corse, le tre vittorie conquistate in Belgio, a Montecarlo e al GP d'Italia – dove fu doppietta Ferrari, la prima dal 1966 – gli regalarono la gioia più grande della sua carriera. Si ritirò l'anno seguente dopo un deludente 19esimo posto nel mondiale.

Jody Scheckter a Monza
Jody Scheckter a Monza

Keke Rosberg, un mondiale "particolare"

Tra i record della famiglia Rosberg c'è anche questo. Merito di Keke che, nel 1982, riuscì a mettersi tutte alle spalle nell'anno d'esordio con la Williams. Reduce da una stagione più che deludente con la scuderia Fittipaldi, dove collezionò un decimo posto come miglior risultato, fu l'annuncio di Alan Jones a schiudergli le porte del team britannico, mai scelta fu più saggia. Già durante i test realizzò il record del circuito al Paul Ricard, ma nonostante questo i bookmaker non lo vedevano tra i favoriti; la prematura scomparsa di Gilles Villenueve e l'infortunio a Pironi, però, lo misero nelle condizioni di puntare dritto alla vittoria finale. Nonostante una sola vittoria ottenuta, nel GP d Svizzera, alla fine della stagione la corona fu sua, l'unica conquistata in carriera.

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Senna e l'inizio della rivalità con il Professore

C'è ancora la McLaren a portare un pilota al trionfo all'esordio. Stavolta è Ayrton Senna, nel 1988, a festeggiare la grande impresa. Il brasiliano era reduce dall'ottima annata con la Lotus in cui era riuscito ad arrivare terzo battagliando fino alle ultime gare per il titolo; è proprio grazie a quelle prestazioni che la casa inglese, che aveva sottoscritto l'impegno con la Honda per la fornitura dei motori, decise di puntare su di lui. Una scelta oculata visto che la grande gioia arrivò nella prima stagione. L'approdo in McLaren segna anche l'inizio della grande rivalità con Prost, suo compagno di squadra: la lotta per il mondiale era circoscritta a loro due e ben presto cominciarono a venir fuori i primi screzi. Nel Gran Premio del Giappone, però, Senna mise in scena una grande rimonta che si concretizzò con il sorpasso al compagno di squadra al giro numero 28. Una prestazione che, nonostante avesse conquistato durante la stagione meno punti di Prost, gli valse il titolo grazie al tanto contestato sistema degli scarti.

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La rivincita di Prost

Non poteva certo mancare il nome del pilota francese nell'albo d'oro, soprattutto dopo che anche il grande rivale di sempre, Ayrton Senna, aveva già inciso il suo. Nel caso di Alain Prost fu l'ultima stagione quella buona per entrare ulteriormente nella storia della Formula 1: dopo l'anno sabbatico il francese decise di tornare in pista con la Williams con tanto di clausola anti Senna. Fu subito un trionfo: vittoria all'esordio in Sudafrica, poi ancora primo posto nei Gp di San Marino e Spagna, seguiti dal poker di vittoria che mise la parola fine ai giochi per il titolo. Un trionfo che venne omaggiato anche dal rivale di sempre che, nell'ultima gara della stagione, conclusa da Prost al secondo posto, lo invitò a dividere con lui il gradino più alto del podio.

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Raikkonen e il miracolo brasiliano

L'ultimo in ordine di tempo a riuscire nell'impresa di diventare campione all'esordio è il connazionale di Valtteri Bottas, Kimi Raikkonen, che nel 2007 si aggiudicò il suo primo, e finora unico, titolo mondiale al volante della Ferrari. Una vittoria inattesa, conquistata all'ultima gara di un campionato mondiale più unico che raro. In Brasile, appuntamento che chiude la stagione, sono tre i piloti ancora in grado di lottare per l'iride: Hamilton è il favorito grazie ai quattro punti di vantaggio su Fernando Alonso e ai 7 sul finlandese. Raikkonen infila subito l'inglese alla partenza, poi prende il largo. Hamilton finisce in fondo allo schieramento per un problema alla sua McLaren, mentre Alonso è terzo. Sul traguardo è Raikkonen il primo a veder sventolare la bandiera a scacchi, ma il suo titolo non può essere ancora omologato: a fine gara, infatti, dopo i festeggiamenti del podio, si sospetta che le benzine di Williams e BMW siano alcuni gradi sotto il limite consentito; una squalifica farebbe salire Hamilton al quarto posto togliendo così al finlandese di festeggiare il suo primo titolo. I commissari di gara, però, assolvono i due team. La McLaren farà poi ricorso ma senza successo; la Ferrari e Raikkonen sono campioni del mondo.

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