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Addio a Giuliano Maoggi, decano dei piloti Ducati

L’ex pilota fiorentino, vincitore del Motogiro del 1956, si è spento all’età di 92 anni.
A cura di Valeria Aiello
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L’ex pilota Giuliano Maoggi, vincitore del Motogiro del 1956, si è spento all’età di 92 anni. Con grande tristezza la Ducati annuncia la scomparsa del decano dei piloti di Borgo Panigale che in sella alla Gran Sport 125 “Marianna” riuscì a conquistare la vittoria in una delle competizioni di gran fondo tra le più interessanti del panorama motoristico di quegli anni. Migliaia di chilometri, l’equivalente della Mille Miglia automobilistica, interamente dedicati alle due ruote, di cui vennero disputate cinque edizioni, dal 1953 al 1957.

Ci mancherai, Giuliano”. La Ducati dice addio al più longevo dei suoi piloti – Maoggi avrebbe compiuto 93 anni il prossimo 31 maggio – con una delle foto più celebri dell’ex campione fiorentino che, sguardo beffardo, sigaretta in bocca e pronta per essere accesa, vince una delle più difficili e drammatiche edizioni del Motogiro d’Italia, caratterizzata dal maltempo e dagli incidenti mortali di Luciano Biffi e Giacomo Calderoni. In sella alla Ducati Gran Sport 125, la Marianna, come veniva chiamata a Borgo Panigale perché nata dal genio dell’ingegner Fabio Taglioni nell’anno Mariano voluto da Papa Pio XII, Maoggi sbaragliò la concorrenza, battendo le moto di cilindrata superiore (175 cc) e gli attesissimi piloti del Motomondiale, tra cui Tarquinio Provini, iridato in 125 nel 1957 e l’anno dopo in 250.

Il Moto giro d’Italia del 1956 si disputò dal 18 al 25 aprile con 253 piloti al via da Bologna fino a Udine, quindi Riccione e L’Aquila, fino a Salerno per poi tornare a Bologna via Perugia per un totale di 2.563 km in otto tappe. Ad assicurarsi la Coppa d’oro dell’assoluta fu Maoggi, davanti a Tassinari su Moto Morini, 1° della classe 175 cc. Come per tutte le altre corse su strada, nonostante il grande successo di partecipanti e l'interesse da parte delle Case, anche il Motogiro chiuse i battenti per il divieto di disputare corse su strade libere al traffico, obbligo introdotto dopo il drammatico incidente alla Mille Miglia del 1957. A Guidizzolo, nelle campagne mantovane, la Ferrari 335S guidata dal marchese Alfonso de Portago uscì di strada, investendo mortalmente dieci spettatori.

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