Agrodolce per Schumacher, trionfale per Alonso: ecco la storia del GP del Bahrain in F1
Deserto, riflettori e tanto spettacolo, il Gran Premio del Bahrain incarna perfettamente lo spirito della nuova Formula 1. Una gara, quella che si corre sulla pista araba, che ha sempre regalato emozioni per cuori forti: non c'è spazio per le mezze misure tanto che, dal 2004 ad oggi, sono stati ben otto i piloti succedersi sul gradino più alto del podio, spesso grazie a colpi di scena e finali rocamboleschi.
L'esordio e la vittoria di Schumi
Il 2004 è l'anno d'esordio, il Gran Premio del Bahrain si affaccia nel circus per volontà di Bernie Ecclestone, sempre particolarmente attento a far quadrare i conti. I maligni vedono l'appuntamento come un modo per far soldi, i ricchi proprietari petroliferi qui sono di casa, ma la prima gara regala emozioni forti. Non poteva esserci inizio migliore perché è Michael Schumacher, dopo le vittorie in Australia e Malesia, a mettere in scena il tris davanti a Barrichello, per una doppietta Ferrari che sa già di titolo mondiale, l'ultimo del tedesco con la Rossa di Maranello.
Alonso, la volpe del deserto
Se la prima non poteva che essere di Michael Schumacher, il vero mattatore del Bahrain è Fernando Alonso. Lo spagnolo si trova a meraviglia tra le dune del deserto e, nel 2005, arriva la sua prima affermazione, con la Renault. La Ferrari, per contrastare lo strapotere dell'asturiano, fa esordire la nuova macchina, ma invece della gloria arriva il ritiro, il primo di Michael Schumacher dal 2001, anno in cui il tedesco non arrivò alla bandiera a scacchi in Germania. Ad approfittarne è proprio Alonso che allunga nel mondiale. L'anno dopo è ancora lo scontro tra i due a monopolizzare l'attenzione; lo spagnolo parte quarto, il ferrarista scatta dalla pole. In una gara dominata dal tedesco, il pilota della Renault è bravo a non perdere la pazienza e all'ultimo pit stop riesce ad uscirgli davanti andando a prendersi la seconda vittoria in carriera in Bahrain. Il tris, poi, lo concede nel 2010, al volante della Ferrari, all'esordio con la Rossa. Quel mondiale, però, sarà uno dei rimpianti più grandi della carriera di Alonso che chiuderà secondo a 4 punti dal campione Sebastian Vettel.
Felipe Massa, protagonista a sorpresa
La Ferrari che nel 2007 si riaffaccia sulla pista araba è orfana di Michael Schumacher, ritiratosi per lasciar spazio a Felipe Massa e Kimi Raikkonen, suo erede designato. A tenere alta la bandiera della Rossa, però, ci pensa proprio il brasiliano, che scatta dalla pole position dominando il Gran Premio e portandosi a casa anche gara e giro veloce. Una bella iniezione di fiducia per il Cavallino che a fine stagione festeggerà la rocambolesca vittoria del mondiale con Raikkonen. Una pista, quella di Sakhir, che si sposa a meraviglia con la guida del pilota verdeoro tanto l'anno dopo, nel 2008, è sempre a lui a mettersi tutti alle spalle. Stavolta niente pole, ma stesso risultato in gara.
La grande illusione Toyota e la vittoria firmata BrawnGP
Non c'è solo il dominio di Alonso nella storia del Gp del Bahrain: è il 2009 quando si affaccia l'insolita coppia formata da BrawnGP e Toyota. Niente Ferrari o Renault e con la Mercedes ancora davanti alla televisione sono le due scuderie a monopolizzare l'attenzione. Il colosso giapponese è bravo a conquistare la prima fila con Trulli e Glock, ma pessimo nella gestione della gara: il team opta per le gomme medie dopo il primo pit stop, Trulli fatica a tenere Button che lo passa andando a vincere, così come Vettel, secondo al traguardo. All'italiano non rimane che un terzo posto amaro e la sensazione di aver buttato via una grandissima occasione.