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Alfa Romeo 75, l’ultima vera sportiva Alfa (FOTO-STORIA)

Un modello che ha segnato la storia del costruttore di Arese. L’Alfa Romeo 75 è stata l’ultima berlina a trazione posteriore italiana capace di tenere a bada la concorrenza tedesca.
A cura di Pietro Ginechesi
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La lunga storia di Alfa Romeo vanta un invidiabile numero di modelli che col tempo sono diventati leggenda. In particolare durante la fine degli anni '80 nascee una vettura che ancora oggi in molti ritengono "l'ultima vera sportiva Alfa". La 75 arriva in un contesto molto difficile, in quanto il costruttore di Arese si trova in grosse difficoltà finanziarie e la spietata concorrenza tedesca mette in mostra nuovi modelli, più efficienti e tecnologici delle rudimentali Alfa. Nonostante le difficoltà viene creata una degna sostituta della Giulietta, capace di conquistare immediatamente l'animo degli appassionati. Presentata nel 1985, vanta ben 375.257 esemplari fino al 1993, l'anno successivo segna l'addio di un altro modello mitico, la Spider "duetto". Insieme a loro sparisce anche la trazione posteriore, in favore dello schema motore e trazione anteriori, poco propenso alla guida sportiva, fino alla recente introduzione della piccola supercar 4C.

1985-1988: Prima serie
1988-1993: Seconda serie
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1985-1988: Prima serie

La Giulietta del 1977 era ormai un'auto ingombrante nel listino Alfa Romeo e la sua carriera era prossima al termine. Ad Arese si lavorava per sostituire l'Alfetta e la Giulietta con i progetti 154 e 156, ma la forte crisi economica frenò lo sviluppo di entrambe le vetture. L'azienda decise di utilizzare pianali e ossatura meccanica dei modelli ancora in produzione, al fine di contenere i costi. Così nacque prima l'Alfa Romeo 90 ed in seguito la 75. La nuova berlina venne presentata l'11 maggio 1985, anno del 75° anniversario del costruttore. A livello meccanico e di telaio, la vettura non era altro che un ibrido tra l'Alfetta e la Giulietta, ma il Centro Stile Alfa Romeo lavorò duramente per dare alla 75 una chiara identità. Il frontale era caratterizzato dalla calandra orizzontale, dove al centro era presente l'ampio scudetto con lo stemma Alfa Romeo. I gruppi ottici a parallellogramma chiudevano con coerenza la sezione anteriore della vettura. La fascia paraurti nera sulla versione americana utilizzava due sezioni a soffietto sulla versione destinata al mercato americano. La posizione ribassata della calandra segnava la forte inclinazione del cofano motore. Le portiere erano le stesse della Giulietta, ma la similitudine fu mascherata da una bandella nera che circondava l'intero corpo vettura, fino al retrotreno dove una leggera sporgenza creava un elegante spoiler di coda. La carrozzeria misurava 4.331 mm in lunghezza, 1.631 mm in larghezza e 1.349 mm in altezza. L'abitacolo, piuttosto sparano, introducendo alcuni elementi caratteristici come il freno a mano a forma di maniglia e lo spostamento di alcuni comandi dalle classiche leve dietro al volante al cruscotto.

Alfa Romeo 75

Lo schema transaxle prevedeva il motore in posizione anteriore, con cambio e differenziale al retrotreno, soluzione ideale per ottenere un buon bilanciamento dei pesi. Lo schema delle sospensioni prevedeva quadrilateri all'anteriore e ponte De Dion al posteriore. Nel 1985 la gamma motori dell'Alfa 75 era costituita da quattro benzina ed un turbodiesel. All'epoca non esisteva la tecnologia common-rail e la cilindrata di 2.0 litri del turbodiesel VM Motori metteva a disposizione 95 CV e 192 Nm, cifre all'epoca piuttosto elevate per un propulsore diesel e adatte a spingere la 75 fino a 175 Km/h, con uno scatto 0-100 Km/h di 12,4 secondi. Sul fronte benzina si partiva da un 1.6 con due carburatori doppio corpo Dell'Orto da 110 CV e 146 Nm, capace di un'accelerazione 0-100 Km/h in 10,6 e una velocità massima di 180 Km/h. Occupava una posizione intermedia tra i quattro cilindri il 1.8 da 120 CV e 167 Nm, che migliorava l'accelerazione a 9,5 e la velocità massima a 190 Km/h. Il quattro cilindri più potente aveva una cilindrata di 2.0 litri a fronte di 128 CV di potenza e 179 Nm di coppia, velocità massima di 195 Km/h e 8,9 secondi per raggiungere i 100 Km/h da fermo. Sportiva senza compromessi, la variante Quadrifoglio Verde montava un V6 2.5 litri da 156 CV e 210 Nm, con queste caratteristiche lo scatto 0-100 Km/h si riduceva a 8,2 secondi e la velocità massima toccava quota 205 Km/h. Poco dopo arrivò il 1.8 turbo benzina da 155 CV e 225 Nm, capace di unire un ottimo output di potenza ad una cilindrata ridotta. Nel 1987 arriva l'iniezione elettronica con due candele per cilindro Twin Spark, capace di incrementare notevolmente le prestazioni del motore 2.0 litri, che con i suoi 148 CV e 186 Nm di coppia eguagliava in termini di prestazioni il più ingombrante V6. Nello stesso periodo venne aggiornata la Quadrifoglio Verde con un V6 questa volta da 3.0 litri, capace di generare 185 CV e 250 Nm, così la velocità massima salì a 220 Km/h ed lo 0-100 durava solo 7,3 secondi.

1988-1993: Seconda serie

Alfa Romeo 75 Turbo Evoluzione

Nel 1988 l'Alfa 75 ricevette il tipico restyling di metà carriera mirato a migliorarne l'aspetto per accogliere i nuovi motori. La sezione anteriore venne leggermente modificata soprattutto nella calandra, dove la copertura a listelli fu sostituita da una trama a nido d'ape e la mascherina venne colorata in tinta con la carrozzeria. Al retrotreno cambiò il colore degli indicatori di direzione e della barra di collegamento dei fanali di coda, che passarono dall'arancio al bianco. Anche le targhette identificative avevano un look differente. L'abitacolo ottenne nuovi rivestimenti ed il fondo arancione della strumentazione divenne bianco su tutti i modelli. Le poche modifiche all'esterno nascondevano una piccola rivoluzione motoristica. I due benzina aspirati 1.6 e 1.8 abbandonarono i carburatori doppio corpo e passano alla più efficiente iniezione elettronica. L'Alfa 75 1.6 IE metteva a disposizione 105 CV e 136 Nm, mentre la 1.8 IE 120 CV e 157 Nm. Le prestazioni subirono un lieve peggioramento, a fronte di una maggiore affidabilità del propulsore. La collaborazione con VM Motori venne confermata dall'introduzione del turbodiesel 2.4 litri, notevolmente potenziato a 112 CV e 235 Nm riducendo l'accelerazione 0-100 a 11,7 secondi e la velocità massima toccava quota 185 Km/h. Il 1.8 turbo benzina venne rielaborato e la potenza passò a 165 CV. Il grosso V6 3.0 litri della Quadrifoglio Verde fu potenziato a 189 CV, ma l'adozione del catalizzatore fece perdere qualcosina in accelerazione. La velocità di punta era pari a 222 Km/h.

Alfa Romeo 75 corse

L'Alfa 75 a partire dal 1990 partecipò a numerose competizioni, da cui nacquero tre versioni da gara derivate dalla 1.8 Turbo: la prima fu alleggerita a 1.060 Kg e portata a 204 CV, la seconda vantava una totale rielaborazione di motore e assetto, con una potenza di 280 CV, la più estrema era un vero animale da pista, il peso fu portato ad appena 975 Kg ed il motore venne spinto fino a 400 CV, lo scatto 0-100 Km/h veniva coperto in meno di 5 secondi e la vettura toccava i 300 Km/h. Gli ottimi risultati della berlina di Arese spinsero il costruttore a lancia sul mercato un'edizione speciale in tiratura limitata a 500 esemplari. L'Alfa Romeo 75 Turbo Evoluzione appariva come una vettura da pista, con passaruota allargati, minigonne laterali e cerchi in lega da 14 pollici tinti in rosso. A livello meccanico il propulsore era lo stesso 1.8 turbo del modello di serie, ma venne rielaborato per offrire una migliore erogazione di coppia. Insieme al motore più "coppioso" venne rivoluzionato l'assetto spingendo il baricentro della vettura verso l'asfalto con molle più rigide e fu installato un impianto frenante potenziato. Nel 1992 venne presentata l'Alfa Romeo 155, una berlina con motore e trazione anteriore, creata per sostituire l'ormai anziana 75 che fu prodotta fino al 1993 chiudendo un'era.

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