Andrea Dovizioso vs Valentino Rossi, lotta tutta italiana per la corona di vice
Pop corn e patatine, o forse, visti gli orari della prossima gara, è il caso di mettere sul fuoco un gran bel caffè: tra due domeniche, a Motegì, in Giappone, Marc Marquez può chiudere a mani basse la partita iridata. Con i 25 punti conquistati con la vittoria del Gp di Thailandia a Buriram, il campione della Honda ha portato a 77 punti il suo vantaggio su Andrea Dovizioso e 99 su Valentino Rossi. Vale a dire che, per mettere il sigillo sul suo settimo mondiale, allo spagnolo basterà non perdere 2 punti nei confronti del pilota Ducati (qui tutte le combinazioni). Un match point già etichettato – non certo da Marquez – come la “grande bruttezza” di questo mondiale che, al netto di gare al cardiopalma e sorpassi spettacolari, restringe lo show alla corona di vice.
Lotta tutta italiana
Una lotta tutta italiana, con la consapevolezza di non poter fare più nulla per fermare la furia iridata dello spagnolo: “Il margine da Marquez è incolmabile, è stato davvero bravo” ha ammesso Dovizioso dopo il secondo posto di Buriram. “Non è bello perdere all’ultima curva, ma sono felice comunque. Ormai non corriamo più per il mondiale, quanto per vincere più gare possibile nel 2019”. Una presa di coscienza che, d’altra parte, Valentino ha fatto sua già in estate, tra weekend in salita e pesanti accuse alla Yamaha. “Aspetto quello che chiedo da un anno, il problema resta la gestione elettronica del motore” ha spiegato in più di un’occasione il campione di Tavullia che, in verità, a Buriram, dopo anche la pole sfiorata, sperava di fare meglio del quarto posto. “Pensare, dopo una prestazione così, che i problemi della M1 siano risolti, è una mentalità perdente. A volte, gli ingegneri giapponesi sono contenti se uno di noi riesce a fare un buon giro ma, se fossi in loro, analizzerei a fondo i risultati della seconda parte della stagione e non sarei tanto contento di una prima fila in qualifica”.
In ogni caso, i prossimi impegni in calendario saranno determinanti per il secondo posto nel mondiale. “Posso dire che Motegi è una buona pista per la M1 e la speranza è quella di correre sull’asciutto. Phillip Island, invece, è una delle piste più belle” ha spiegato il pesarese, passando in rassegna i primi due round della tripletta asiatica che, con la gara di Sepang, condurranno alla finale di Valencia. “Le prossime gare ci aiuteranno a capire cose nuove che ci serviranno in futuro” riprende Dovizioso che ieri ha comunque regalato il quinto podio di fila alla Ducati, ottenendo da Brno gli stessi piazzamenti e gli stessi punti di Marquez, 106. I numeri di DesmoDovi dicono anche che quello di Buriram era il suo sesto podio stagionale, il numero 49 in MotoGp per il pilota di Forlimpopoli che si è così lasciato alle spalle la leggenda inglese Mike Hailwood, mettendo nel mirino i 51 podi Alex Criville e Kevin Schwantz. Lontanissimo invece Rossi, a quota 196 podi in top class.
Vinales e Lorenzo permettendo
Quando restano quattro gare e 100 punti da assegnare, Dovizioso e Rossi sono separati da 22 punti, seguiti da Maverick Vinales, tornato sul podio a Buriram e non certo escluso dalla lotta per il titolo di vice, ma comunque dietro al Dottore di altre 26 lunghezze. Non è fuori neppure Jorge Lorenzo, a 64 punti di ritardo dal compagno di squadra e a 42 da Valentino nonostante i k.o. rimediati ad Aragon e Buriram. Uno scenario che, ad ogni modo, riduce le possibilità dei due piloti spagnoli di conquistare la piazza d’onore, un secondo posto che, considerato il dominio sfoderato dal MarcZiano Marquez, ha sempre più il sapore di un alloro del primo degli umani.