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Arrivabene: “Per Mercedes vincere è un’abitudine, deve diventarlo anche per la Ferrari”

Il team principal della Rossa: “Quest’anno non siamo stati ancora abbastanza forti da vincere il campionato e la Mercedes ha meritato. Siamo in crescita e sappiamo che cosa abbiamo bisogno di fare per il futuro” sono state le sue parole.
A cura di Matteo Vana
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Maurizio Arrivabene - Getty Images
Maurizio Arrivabene – Getty Images

La stagione 2017 ha permesso alla Ferrari di tornare al vertice della Formula 1: il titolo non è arrivato a causa di errori e sfortuna, a riconfermarsi per il quarto anno consecutivo è stata la Mercedes, capace di prendersi il titolo Costruttori così come quello piloti con Lewis Hamilton. Un anno che, però, è servito alla Rossa per aumentare la consapevolezza nei propri mezzi: senza l'incidente di Singapore e i problemi in Malesia e Giappone il mondiale , probabilmente, avrebbe avuto un esito diverso.

La ricetta di Arrivabene

Gli uomini del Cavallino sono già a lavoro per studiare le soluzioni in vista della prossima stagione nella quale, dopo essere riusciti ad eguagliare le prestazioni della scuderia di Brackley per buona parte dell'anno, ci si aspetta un ulteriore passo in avanti nel 2018. Nell'ultimo mondiale la Ferrari ha pagato a caro prezzo sia le ingenuità sia i limiti tecnici, ma secondo Maurizio Arrivabene, team principal della Rossa, è mancata soprattutto l'abitudine a vincere, quella che tutte le grandi squadre dimostrano nei momenti decisivi.

Per la Mercedes il primo posto non è un evento, è un'abitudine. Lo deve diventare anche per noi in futuro. Siamo in crescita, ma resta il fatto che quest'anno non siamo stati ancora abbastanza forti da vincere il campionato. Per me, il loro grande punto di forza sta nell'organizzazione. Forse è anche l'abitudine a vincere che fa la differenza. A volte quando conquisti la pole position ti esalti, ma stare davanti, in qualifica o in gara, dovrebbe essere il risultato naturale del nostro lavoro – sono state le sue parole a Speedweek.

La nostra stagione? La vedo come un bicchiere d'acqua. Verso il giro di boa, il bicchiere era mezzo pieno, ma poi abbiamo sprecato tutta l'acqua che ci rimaneva per sciogliere le pasticche contro il mal di testa a fine anno. Abbiamo lavorato bene e non ci siamo mai arresi, questo per me è l'aspetto positivo, ma le cose non sono girate a nostro favore. La Mercedes ha meritato la vittoria. Noi dobbiamo lavorare più duramente: sappiamo che cosa abbiamo bisogno di fare per il futuro.

Nonostante sia stata la miglior stagione dal 2010 in poi la Ferrari non è riuscita a mettere le mani sul titolo. I numeri sono dalla parte della scuderia italiana alla quale, però, è mancato il guizzo vincente nei momenti decisivi, proprio quello che ha caratterizzato la Mercedes, capace di massimizzare le giornate no della Rossa – come a Singapore – e sfruttare al meglio i tracciati favorevoli alle Frecce d'argento. Il prossimo anno il duello tra le due scuderie si rinnoverà, saranno ancora loro, con il probabile inserimento della Red Bull, a giocarsi il titolo: la Ferrari ha imparato la lezione e per il 2018 punta a riprendersi quello che gli è stato tolto nella stagione appena conclusa.

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