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Arrivabene: “Vettel non è ancora il pilota numero 1”

Il Team Principal della Ferrari ha detto che non ci sono gerarchie tra i piloti del Cavallino. Nonostante la rabbia per il podio sfumato, Arrivabene si è detto soddisfatto per gli aggiornamenti alla power unit utilizzati in Canada.
A cura di Vito Lamorte
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Sebastian Vettel non è il pilota "numero 1" della Ferrari secondo il Team Principal del Cavallino Maurizio Arrivabene. Il capo della Gestione Sportiva della scuderia di Maranello ha messo in chiaro subito questa cosa a inizio 2015 e ha detto che i giorni delle gerarchie come ai tempi di Michael Schumacher e Fernando Alonso appartengono al passato. Arrivabene ha lasciato Montreal ammettendo la sua rabbia nei confronti di Kimi Raikkonen dopo un testacoda che gli è costato un podio sicuro. Il finlandese ha sostenuto che una mappatura del motore non adatta ha causato il testacoda, ma il Team Principal era furioso: "Abbiamo buttato via un podio, questa è la verità. Non ci sono scuse". Raikkonen alla fine ha chiuso al quarto posto davanti al compagno di squadra, Sebastian Vettel, che è stato autore di una rimonta eccezionale: dal 18esimo posto al quinto.

Arrivabene ha detto di non aver mai preso in considerazione la possibilità di un ordine di scuderia per far passare Vettel davanti a Raikkonen, anche se Seb è il rivale più vicino ai due driver Mercedes nella classifica piloti. Il dirigente Ferrari a chi gli chiedeva se avesse pensato di far passare Vettel ha risposto: "No, per niente. Abbiamo messo in chiaro prima dell'inizio della stagione che entrambi i piloti correranno liberamente. Dobbiamo rimanere con i piedi per terra. Il nostro obiettivo non è cambiato. Abbiamo detto che se vinciamo due gare quest'anno è un risultato positivo quindi possiamo essere soddisfatti. Non dobbiamo dimenticare da dove veniamo. Non abbiamo mai parlato del titolo mondiale".

Nonostante la rabbia per il podio buttato, Maurizio Arrivabene si è espresso in maniera positiva sul motore aggiornato portato in Canada: "Abbiamo ottenuto quello che volevamo. Dobbiamo ammettere che loro (Mercedes) sono semplicemente più forti di noi in questo momento. Non è realistico dire che abbiamo chiuso il gap a Mercedes, ma siamo sulla strada giusta".

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