Arrivabene: “Vettel ricorda Schumacher, prima o poi sarà campione con la Ferrari”
La stagione 2018 volge al termine, il momento giusto per tracciare un bilancio in casa Ferrari: un anno sportivo, quello che volge al termine, in salsa agrodolce per la scuderia di Maranello, iniziato alla grande con la doppia vittoria in Australia e Bahrein, proseguito poi con la consapevolezza di potersela giocare alla pari con la Mercedes – dominatrice assoluta nell'era ibrida – e naufragato sotto i colpi di Lewis Hamilton, capace di vincere 4 gare consecutive – da Monza a Sochi – arrivando ad avere il primo match point per chiudere la partita iridata già nella prossima gara di Austin.
Per il team principal il mondiale è una missione impossible
Il mondiale, per la Rossa, è ormai quasi impossibile: Vettel – che accusa 67 punti di ritardo dall'inglese nel mondiale piloti – dovrebbe vincerle tutte e sperare almeno in un doppio zero da parte del rivale mentre nel campionato costruttori il Cavallino deve recuperare ben 78 punti, una missione praticamente impossibile, come confermato anche dal team principal Maurizio Arrivabene che ammette di rivedere in Vettel il mitico Michael Schumacher.
Il mondiale al momento è una mission impossible, ma non partiamo assolutamente battuti per Austin, non è finita – ha ammesso al Festival dello Sport -. Vettel? Lui ha bisogno di un'auto disegnata su misura. Quando lo sento in cuffia mi sembra di parlare con Michael Schumacher. Anche lui è tedesco, ma è molto italiano dentro… Da piccolo papà Norbert lo portava in Italia e poi passavano sempre da Maranello per respirare l’aria della Ferrari. Sono sicuro, per l’impegno che ci mettiamo tutti, che riuscirà a vincere con il Cavallino. Prima o poi sarà campione del mondo con la Ferrari.
Il rapporto con Raikkonen e Leclerc
Non c'è solo Sebastian Vettel nei pensieri del team principal della Rossa che, nei suoi anni a Maranello, ha avuto modo di apprezzare anche Kimi Raikkonen, l'ultimo pilota in grado di portare la Ferrari sul tetto nel mondo nel lontano 2007. "Raikkonen è un grande professionista, con lui lavoro da tanti anni, ci aveva richiesto lui di essere avvisato per tempo sui nostri programmi. Per questo motivo prima di Monza abbiamo comunicato l'arrivo di Leclerc. L'abbiamo sostituito per permettere a un giovane di grande talento di crescere al fianco di un campione come Sebastian Vettel. Raikkonen correrà altri due anni con Sauber, con noi non sarebbe potuto andare oltre il 2019. Nonostante la notizia, Kimi ha corso da grandissimo professionista a Monza" ha ammesso il bresciano.
L'arrivo in Ferrari e l'incontro con il Drake
Un ferrarista a tutto tondo Maurizio Arrivabene; il manager bresciano, infatti, non è solo il team principal ma anche il primo tifoso della Rossa. "Io il Cavallino non ce l'ho solo sulla giacca, ma ce l'ho nel cuore" ammette prima di ricordare l'incontro con Enzo Ferrari, il mitico fondatore della scuderia scomparso nel 1988: "Arrivato in sede, era il 1987, aspetto fuori prima di poter incontrare il Drake. Mentre aspetto vedo rientrare una monoposto di Formula 1. Ovviamente la guardo e seguo con gli occhi mentre viene riportata nei box. Con la coda dell’occhio mi accorgo che si è mossa una tenda nell'ufficio di Ferrari. Ho scoperto poi che lui disse: ‘Il ragazzo va bene, l'ho capito da come ha guardato la mia macchina". Nel 2014, poi, l'approdo nella scuderia come team principal: "Una grandissima emozione ricoprire un ruolo del genere. Tra le vittorie più belle ricordo quella di Silverstone, nella casa della Formula 1″ ha concluso.