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Brivio, team manager Suzuki: “Rossi è un esempio per i più giovani”

L’attuale team manager della Suzuki: “Rossi mi ha sempre sorpreso, soprattutto la sua motivazione. Valentino è un modello che dovrebbe essere studiato e spero che molti altri rider lo guarderanno e seguiranno” ha dichiarato.
A cura di Matteo Vana
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Quello tra Davide Brivio e Valentino Rossi è un rapporto consolidato nel tempo: i due hanno collaborato insieme per diverse stagioni in Yamaha, poi le loro strade si sono separate con la scelta del manager italiano di sposare la causa Suzuki.

Valentino è un modello da seguire

Dopo un 2016 ottimo, la stagione seguente non ha dato i frutti sperati anche se il finale di campionato fa ben sperare in vista del 2018. Il team manager della casa di Hamamatsu, nonostante il cambio di scuderia, però, non ha dimenticato il rapporto che lo lega al numero 46 della Yamaha e continua a seguirne le gesta nonostante non corrano più per gli stessi colori. A colpirlo particolarmente è stato il recupero messo in atto dal Dottore dopo l'infortunio rimediato prima del GP di Misano – quando si fratturò tibia e perone – che lo costrinse a stare fermo tornando però in tempi record rispetto all'infortunio riportato.

Rossi mi ha sempre sorpreso, ma in quella occasione quello che mi ha sorpreso di più è stata la motivazione che ha avuto nel tornare così presto – sono le sue parole riportate da Crash.net -. Dopo una carriera così lunga dove ha vinto tutto, penseresti che perdere un'altra gara non dovrebbe fare una grande differenza e invece ha lavorato molto e ha fatto un grosso sforzo per tornare presto. Valentino è un modello che dovrebbe essere studiato e spero che le giovani generazioni di piloti guardino a ciò che ha fatto e provino a ottenere qualche motivazione. Dovrebbero prendere esempio dalla passione e dalla motivazione che ha nel voler andare in moto. Spero che molti altri rider lo guarderanno e seguiranno.

Una forza di volontà difficile da eguagliare quella del Dottore, capace di rimettersi in sella a distanza di appena 22 giorni dalla frattura pur di non perdere una gara quasi inutile ai fini della rincorsa mondiale. Una grinta fuori dal comune, la stessa che gli permette di battagliare ad armi pari con piloti più giovani di parecchi anni rispetto alle 38 primavere del numero 46: nel 2018 ci riproverà ancora una volta, il sogno del decimo mondiale non è ancora svanito.

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