Cinque cose da sapere su Bottas, la scommessa Mercedes per il 2017
“Valtteri Bottas è un pilota umile, diretto, concentrato. È molto finlandese”. Un giudizio che potrebe apparire curioso, quello di Toto Wolff, che gli ha fatto da manager ma non ne seguirà più la carriera dopo l'arrivo in Mercedes. Un'opinione che però nasconde un complimento e un ritratto fedele del ventisettenne di Nastola, chiamato nel pieno della maturità alla svolta decisiva di carriera.
Bottas e il sisu
Non ha ancora vinto una gara, ma ha sempre mantenuto le idee chiare e gli occhi sull'obiettivo. Fin da quando, a Lahti, ha visto la sua prima corsa e ha capito quale sarebbe stata la sua strada. Una scelta non così sorprendente nella nazione con più campioni del mondo per abitante in Formula 1 e una tradizione nei rally che risale agli anni Sessanta e ha prodotto sette campioni del mondo. Quando Bolt ha dichiarato a un giornalista finlandese di voler imparare a guidare meglio, Bottas gli ha inviato un video-messaggio insieme a Kovalainen. “Se vuoi sapere come controllare una macchina, la Finlandia è il posto ideale, soprattutto d'inverno. Noi finlandesi sappiamo come guidare”.
Saper guidare però non basta. Bottas ha allargato presto gli orizzonti, ha completato un apprendistato come meccanico, perché capire la tecnologia alla base di una monoposto di Formula 1 l'avrebbe reso un pilota migliore. Lo guida il duro lavoro e la ferma convinzione che il suo obiettivo di lungo periodo sia raggiungibile. In pista e fuori, testimonia uno dei costrutti principali nell'identità culturale finlandese, il sisu. “E' un misto di coraggio e spacconeria, di ferocia e tenacia” scriveva il New York Times nel 1940. “E' la capacità di lottare quando chiunque altro si sarebbe già arreso e farlo con la volontà di vincere”. È una forza che arriva da dentro, sottolinea la psicologa Emilia Lahti che su questo ha conseguito un dottorato a Helsinki, “e permette alle persone di affrontare le sfide con valore e determinazione, soprattutto quando sentono di non avere più risorse fisiche o psicologiche”. È l'abilità di agire anche quando si hanno poche possibilità di successo.
I kart e i primi successi
Ottavo nel Mondiale Formula A a Braga nel 2005, dopo due anni è entrato in Formula Renault 2.0. Alla prima stagione è terzo nella Northern European Cup, alla seconda vince 17 gare e conquista l'Eurocup, con tre punti più di Ricciardo, e la NEC. Rifiuta un posto nel programma per giovani piloti della Renault e nel 2009 passa alla Formula 3 Euroseries. Corre per la squadra del momento, la ART Grand Prix su una Dallara F308-Mercedes-Benz, insieme a Jules Bianchi che vincerà il titolo a fine stagione. Bottas centra due pole position ma chiude senza successi: arriva secondo a Lausitzring, Zandvoort, Oschersleben, Nürburgring, Brands Hatch e Hockenheim. Sarà però il primo pilota a vincere per due anni di fila lo Zandvoort Masters, che tuttavia non dà punti per il Mondiale. La seconda stagione, pur illuminata dalle vittorie al Norisring e a Oschersleben, non gli regala grandi soddisfazioni. Passa alla Prema e festeggia un terzo posto nel GP che chiude la stagione, a Macao. Di nuovo alla ART, vince il titolo GP3 nel 2011 con quattro successi nelle ultime quattro gare e diventa il terzo pilota Williams per il 2012.
In F1: nove podi, nessuna vittoria
In F1, in quattro stagioni, ha partecipato a 77 gran premi e le capacità di controllo della macchina si sono viste tutte. Solo due, infatti, gli incidenti, uno dei quali mentre tentava di sdoppiarsi da Hamilton in Brasile nel 2013 (peraltro ha anche speronato il suo prossimo compagno di squadra in Bahrain alla prima curva). Ha firmato un giro veloce e ottenuto nove podi, con un bilancio di 411 punti (102,75 a stagione, 5.34 per gara di media). Ha percorso 4403 giri, di cui solo cinque al comando di un GP. Si è rivelato a Montreal, dove centra il terzo posto in qualifica al primo anno, l'unico circuito in cui è salito sul podio più di una volta. In quel 2013, ottiene i primi punti a Austin e comunque riesce a stare davanti in classifica a Maldonado. Sarà una costante in Williams. Il passaggio ai motori Mercedes fanno impennare i risultati. Nel 2014 sale sei volte sul podio e chiude quarto il Mondiale, tre posizioni e oltre 50 punti davanti a Massa, battuto anche nel 2015 quando Bottas perde solo all'ultima gara la battaglia tutta finlandese con Raikkonen per il quarto posto nel Mondiale piloti. L'anno scorso i risultati non brillano, la Williams finisce dietro anche alla Force India e Bottas va sul podio solo in Canada. Ma nella battaglia interna non c'è storia: chiude con 85 punti contro i 53 di Massa, che saluta commosso a Interlagos poi ci ripensa.
Non ha paura dei teenager
Un pilota così “molto finlandese” non ha paura della maturità e della sfida con teenager agguerriti anche ai limiti delle attuali regole. “Mi concentro solo sul mio lavoro” ha detto in un'intervista sul sito della Formula 1, “ho piena fiducia nelle mie possibilità e opportunità”. L'approdo in Mercedes lo metterà di fronte a un compagno di squadra decisamente più vistoso, in pista e soprattutto fuori. Nemmeno la vicinanza con Hamilton, però, pare destinata a fargli ripensare la sua personale “strategia di marketing”. “Io sono come sono” ha detto, “e non vedo per quale ragione interpretre un ruolo. Il mio stile di guida parla per me”. E Valtteri, ha detto in una serie di video in cui si è raccontato per il suo sito ufficiale, è solo “un ragazzo normale di Nastola che semplicemente fa il pilota di Formula 1” e ogni volta che può, torna a casa. “Lì io posso davvero rilassarmi. Giro per il mondo, vedo moltissime città, ma non c'è nessun posto migliore di Nastola”.
Sposato con Emilia, star del nuoto
Valtteri si scioglie solo per la moglie Emilia Pikkarainen, stella del nuoto da quando aveva solo 15 anni. Tre medaglie europee (due in vasca corta) e tre Olimpiadi alle spalle, Emilia detiene tutti i record nazionali nella velocità nella farfalla (50, 100 e 200) e nei 200 misti. Per Emilia, Valtteri accetta di farsi fotografare in smoking o al mare. Insieme frequentano i ristoranti orientali e i messicani, si fotografano in pigiama, in barca o mentre corrono in riva al mare. Fotogrammi di una vita semplice. E “molto finlandese”.