Cinque cose da sapere su Lance Stroll, un miliardario in F1
“Arrivo in Formula 1 per i miei soldi”. Lance Stroll, pilota della Williams per il 2017 al posto di Bottas, è il secondo più giovane di sempre a entrare in F1 dopo Verstappen junior. A suo modo, è anche lui un figlio d'arte. Papà Lawrence, canadese che vive a Ginevra è il 722mo uomo più ricco del mondo nella classifica Forbes del 2016. Ha un patrimonio stimato in 2,4 miliardi di dollari, ha portato Pierre Cardin e Tommy Hilfiger in Canada, possiede il circuito Mont-Tremblant e una vasta collezione di Ferrari, di cui cura la distribuzione in Quebec.
Un volante da 80 milioni
Secondo il tedesco Auto Motor und Sport, Stroll ha investito non meno di 80 milioni di dollari per la carriera del figlio. Ha acquistato la Prema, la squadra di Formula 3 dove Lance si è fatto notare, con l'ex ingegnere della Ferrari Luca Baldisseri a guidarne i miglioramenti. Ha pagato per un nuovo simulatore calibrato per la F3, che in Williams Massa e Bottas non hanno potuto usare. L'anno scorso si è anche imbarcato, con 20 persone, cinque ingegneri Mercedes e due motori appositamente preparati, per una serie di test privati con una Williams del 2014. Ha corso a Silverstone, a Budapest, in Austria, a Barcellona, Abu Dhabi, Austin, Sochi. Si è fatto vedere anche a Monza, e ha chiuso a quattro secondi dalla pole di Hamilton: vista la situazione, non proprio male. “L'ultimo rookie con i suoi stessi chilometri di test era Jacques Villeneuve”, l'ultimo canadese campione del mondo, proprio con la scuderia britannica. “I soldi sono importanti” ha detto Stroll junior, “sono felice che mio padre mi abbia aiutato”. Ma non è solo un raccomandato di lusso.
Era il più giovane nella Ferrari Drivers Academy
A 11 anni, Stroll era il più giovane pilota nella Ferrari Drivers Academy. Stava muovendo i primi passi nei kart, e con il padre di fatto sponsor del cavallino attraverso Tommy Hilfiger, la scelta sembrava più un atto di cortesia. Ma Stroll senior fa le cose sul serio. Ingaggia Mike Wilson, il grande rivale di Senna sui kart, per fargli da tutor. Wilson, che in quel momento vive a Bergamo, si trasferisce in pianta stabile in Canada. “Se nessun top team lo ingaggia in Formula 1” dirà, “allora il padre ne comprerà o ne creerà uno solo per lui”.
Resta nel FDA fino al 2016, prima di passare alla Williams. A Maranello, spiega, “tendono a ingaggiare piloti esperti per lottare per il titolo. Il programma della FDA, poi, era un programma molto tradizionale, di formazione. Si lavorava molto in palestra e molto a livello mentale. Alla Williams mi sento più inserito nel team di Formula 1, potendo lavorare al simulatore, essere coinvolto nei Gran Premi e nel lavoro con gli ingegneri”.
Ha vinto il titolo europeo in F3
Al FDA l'ha scoperto Eric Jensen durante una gara di kart in Florida. È stanco, dice, delle critiche che gli arrivano solo perché suo padre è miliardario. Vincere, spiega, è duro comunque e per eccellere, in qualunque categoria, i soldi non bastano. “Anche nella macchina migliore, il pilota deve essere eccezionale” ha detto. “Molti hanno pensato che Lance facesse carriera soltanto grazie ai suoi soldi. Ma la verità è un'altra. Ha fatto le cose giuste dall'inizio e ha seguito un programma di sviluppo come si deve”. Ha vinto il campionato italiano di Formula 4 nel 2014, poi è entrato nel campionato europeo di Formula 3, lo stesso in cui Verstappen aveva chiuso terzo prima della sua stagione d'esordio in Formula 1. Non comincia bene, anzi: viene squalificato per una gara per aver causato un incidente. “E' stato il punto più basso della mia carriera” ha detto a Sky Sports in Inghilterra. “Nessuno credeva in me, pensavano tutti che fossi arrivato lì per le ragioni sbagliate”. Da quel momento, però, è cambiato tutto. È cambiato Lance, non più ragazzino convinto di sapere già tutto ma giovane pilota disposto ad assorbire da tutti. È una rivoluzione, vince 14 gare su 30 e diventa così il primo nordamericano a conquistare un titolo in questa serie, che gli ha consentito di guadagnare la superlicenza, in anticipo rispetto ai piani anche della famiglia. L'idea originaria, infatti, era di farlo passare attraverso un anno in GP2 in questa stagione con la Prema. Invece, sarà il primo canadese nel circus nel 2006 quando Jacques Villeneuve cercava invano di risollevare il destino della Sauber. “Correre in Formula 1 è sempre stato il mio sogno, fin da piccolo” ha dichiarato. “Il 2017 sarà un anno fondamentale per imparare, ma ho grande voglia di apprendere tutto quello che la Williams può condividere e diventare un pilota migliore”. Non si fissa obiettivi, però. “Non penso ai risultati, ai podi o alla posizione in classifica. Voglio solo fare bene il mio lavoro e vedremo come andrà. Penso che sia il modo migliore di affrontare la stagione. Se ti concentri sul risultato e non sul lavoro, allora ti ci vuole di più per ottenere il traguardo che speravi”.
Schumacher il suo idolo
Quando Stroll correva coi kart in Italia faceva scalpore il fatto che arrivasse con uno dei quattro aerei privati di famiglia. Uno di questi, secondo la leggenda familiare, forse vera e forse no ma perché rovinare una bella storia con la verità, serve a portare la carne di manzo di Kobe, da 150 euro al chilo, la sua preferita. Tra dieta e preparazione attenta, scrive sul suo sito ufficiale, la sua ispirazione è Michael Schumacher. “E' a lui” si legge, “che guardava di più da bambino. E' Schumacher che l'ha ispirato, è per lui che ha iniziato a sognare di diventare un giorno un pilota di Formula 1”.
Cosa resterà di Stroll?
Ma alla fine, cosa resterà di Stroll? “Non penso che la Williams l'avrebbe scelto se non era pronto” ha detto Tom Gaynor, il telecronista che ha seguito per Eurosport la Formula 3 europea e ne ha commentato il titolo. “E' bravo, se non lo sei non arrivi dove è arrivato lui. Non mi interessa quello che dicono, non vinci due titoli in due categorie diverse se non sei un ottimo pilota. E poi ha già dimostrato di avere una personalità forte, di saper reggere la pressione di essere il favorito. Non è l'atleta completo, e non è Verstappen. Ma ha superato ostacoli importanti. Se sarà pronto lo vedremo nelle prime tre-cinque gare”.
Secondo James Allen, il britannico firma di riferimento nella Formula 1, la sua presenza potrebbe di fatto garantire il presente e il futuro del GP del Canada, ancora “con l'asterisco” per il 2017. Stroll, ha scritto, “dovrebbe essere giudicato in base ai suoi meriti, indipendentemente da quanto ha speso per essere in F1 Anche per Hamilton, per il programma junior della Red Bull sono state investite cifre simili. Successo per lui vuol diventare un pilota degno della Formula 1 entro il 2017. Ma la sua vera vittoria la otterà se saprà cancellare le idee preconcette sul figlio di un miliardario che entra in F1”.