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Da auto del popolo tedesco a icona del cinema, il Maggiolino Volkswagen compie 80 anni

Venduto in oltre 21 milioni di esemplari, la prima vettura prodotta dalla Volkswagen compie 80 anni: voluta da Adolf Hitler in persona, è riuscita a mantenere intatto il proprio fascino durante gli anni diventando anche un’icona del cinema grazie a Herbie, grande successo prodotto da Walt Disney.
A cura di Matteo Vana
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Nel mondo dei motori sono molte le vetture che hanno segnato l'evoluzione delle automobili, nate come bene di lusso per pochi e divenute prodotto di massa indispensabile. In Italia a potersi fregiare di questo titolo è senza dubbio la Fiat 500, ma solo una può essere considerata una vera e propria icona a livello mondiale: il Maggiolino Volkswagen. Assemblata in ogni continente del globo, in 65 ani di commercializzazione è riuscita a vendere oltre 21 milioni di veicoli trasformandosi ogni volta senza perdere il proprio fascino.

Il primo modello Volkswagen

Erano gli anni '30 e la vettura fu creata su indicazione di Adolf Hitler che diede indicazioni molto dettagliate sulla realizzazione: nel 1934, infatti, il futuro capo del Terzo Reich annunciò la decisione di produrre un'automobile destinata alle masse. Il progetto fu vinto da Ferdinand Porsche che ebbe il compito di creare una vettura in grado di  trasportare cinque persone oppure tre soldati e un mitragliatore, viaggiare oltre ai 100 km/h con un consumo medio di 7 litri per 100 km e avere un prezzo non superiore ai 1000 Reichsmark. Nel 1937 fu fondata a Berlino la "Gesellschaft zur Vorbereitung des Deutschen Volkswagens mbH", più o meno traducibile in società per la produzione dell'auto del popolo tedesco mentre la presentazione ufficiale del "KdF-Wagen" al grande pubblico avvenne solo al Salone di Berlino del 1939. Per costruire l'impianto dove creare la nuova vettura, Hitler decise di ricorrere a un finanziamento indiretto dei nuovi clienti che dovevano comprare delle cartelle di risparmio su cui apporre dei bollini da 5 marchi a settimana per avere il veicolo: la risposta fu massiccia tanto che più di 300.000 tedeschi si prenotarono per guidare il Maggiolino.

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Un nome diverso in ogni paese

Il suo sviluppo, però, venne frenato dallo scoppio della Seconda Guerra Mondiale e, solo dopo il conflitto,  un ingegnere meccanico inglese esperto di auto riuscì a salvare lo stabilimento dalla demolizione incrementandone la produzione. Nel 1952 il Maggiolino, che però dovette aspettare il 1967 per acquisire il nome che lo rese famoso, cominciò a espandersi anche Oltreoceano: il suo successo fu tale che nel 1955 ne erano già stati venduti un milione di esemplari. Equipaggiato inizialmente con un 4 cilindri boxer con cilindrata di 985 cc e potenza di 23,5 CV per poi salire a 1.2, 1.3 e 1.5 litri – introdotto solo nel 1968 -, il fenomeno Maggiolino assunse proporzioni inimmaginabili: ogni paese aveva un nome diverso per identificare la vettura. Coccinelle in Francia, Escarabajo in Spagna, Beetle o Bug in Gran Bretagna e negli Stati Uniti, Fusca in Brasile e Vocho in Messico, ogni nazione aveva una parola per identificare l'auto che aveva conquistato, in breve tempo, ogni mercato del mondo.

Un successo dovuto anche al mitico "Herbie"

Un successo senza pari, dovuto anche al suo impiego nell'industria cinematografica: impossibile, infatti, dimenticare "Herbie, un Maggiolino tutto matto", prodotto da Walt Disney nel 1968  e capace di attrarre milioni di spettatori. Un fenomeno replicato poi negli anni successivi con "Herbie il Maggiolino sempre più matto" uscito nel 1974 e seguito, nel 1977, da"Herbie al rally di Montecarlo" concludendosi poi nel 2005 con l'ultimo capitolo, in ordine temporale, "Herbie il super Maggiolino". Un successo senza tempo che ancora oggi può vantare estimatori in tutto il mondo tanto che, proprio l'esemplare usato per girare le scene del primo Herbie è stato battuto all'asta per 86.250 dollari mentre per un modello normale, in buone condizioni, potrebbero non bastare 20 mila euro.

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