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Dakar 2014: la gara entra nel vivo

Dopo le prime tappe i favoriti delle case ufficiali guidano le classifiche. Honda comanda tra le moto, il plotone Mini si lancia all’inseguimento di Sainz su SMG.
A cura di Fabrizio Carrubba
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La Dakar 2014 entra nel vivo della sua edizione 2014, la trentacinquesima, e trova la sua consacrazione in terra Sud Americana, confermandosi come l'evento rallystico più importante. Il bagno di folla riservato ai partecipanti nel giorno di apertura a Rosario, in Argentina, non fa altro che testimoniare la scelta vincente di trapiantare il più famoso rally raid, nato e cresciuto in Africa, dalla parte opposta dell'oceano. Tracciati tecnici, paesaggi mozzafiato, tappe dai lunghi chilometraggi che richiamano le prime avventurose prove africane: un biglietto da visita che ha riportato la Dakar ai fasti di un tempo, con una nuova ribalta mediatica. Lo sanno bene le case costruttrici impegnate che finalmente tornano con il riaffaccio delle squadre corse in forma ufficiale soprattutto nelle due ruote, dopo la progressiva "crisi africana" che nel corso degli anni aveva spento entusiasmo e soprattutto investimenti.

Battaglia tra ufficiali – Dopo la supremazia durata anni di KTM, unica casa a credere fortemente nella formula rally-raid, anche Honda e Yamaha tornano alla Dakar per puntare alla vittoria, in una lotta tra squadre ufficiali che fa tornare alla memoria del sfide epiche di metà anni '80, inzio anni '90, tra i grandi campioni della specialità. KTM fa da padrona, avendo addirittura un modello rally pronto gara in listino, a disposizione di facoltosi clienti a 35.200 euro, ma a fronte dell'attacco giapponese ecco vedere la casa austriaca impegnata nella riprogettazione della sua 450 c.c. affidata in gara allo specialista Marc Coma. Abbandonato il motore bialbero in favore del monoalbero raccoglie la sfida di Honda HRC che si presenta alla partenza con una squadra composta da nuove leve del panorama rallystico e con una moto completamente riprogettata dopo il timido e sfortunato ritorno alla Dakar del 2013. Un investimento incredibile di 14 milioni di dollari per costruire una CRF tutta nuova che al contrario di KTM passa dal monoalbero al bialbero. Yamaha punta invece ad investire meno sulla moto, il modello 450 da enduro opportunamente preparato, ma si porta in squadra uno dei piloti più forti, Cyril Despres.

Dominio Mini nelle auto – Tra le auto il plotone delle Mini è pronto a darsi battaglia. La potente ed agile vettura ormai è diventata la scelta preferita dai top team e dai top rider per puntare alla vittoria e che vedono nella "piccol" un'arma invincibile rispetto ai classifici fuoristrada e prototipi che caratterizzavano le gare africane. Al debutto nell'edizione del 2011 e nata partendo dalla base meccanica della BMW X3, la Mini ha saputo interpretare al meglio le caratteristiche della nuova filosofia di gara, fatta di prove più tecniche che prediligono maggiore agilità e maneggevolezza. Peterhansel, Roma, Al-Attiyah sono pronti a contendersi la vittoria e le possibilità per gli avversari rimangono poche a fronte di mezzi che sulla carta non sembrano impensierire le prestazioni di cui è capace la Mini.

La gara – Tappe lunghe e selettive caratterizzano questa edizione, con il record chilometrico nella quinta tappa in programma il 9 gennaio con ben 911 km di cui oltre 527 di prova speciale. Il massimo in termini di distanza cronometrata, valida ai fini della classifica, lo si avrà il 15 gennaio con i 631 km di speciale che porterà la carovana ad Antofagasta. Un percorso tra i più spettacolari nelle ultime edizioni Sud Americane con molte prove tecniche e prove diversificate per auto e moto. La giorntata di riposto è prevista l'11 gennaio nella cittadina di Salta, prima di entrare per la prima volta in Bolivia per poi spostarsi per le battute finali della corsa in terra Cilena.

I risultati in classifica generale al termine della quarta tappa vedono al comando tra le moto  Barreda Bort su Honda (tempo totale 15 ore, 39 minuti e 53 secondi) davanti a Coma su KTM (+3 minuti e 10 secondi) e Lopez Contardo su KTM (+5 minuti e 12 secondi).  Tra le auto sorpasso di Sainz su SMG ( 14 ore, 52 minuti e 47 secondi) sul plotone Mini composto da Roma (+2 minuti e 06 secondi), Al-Attiyah (+6 minuti e 56 secondi), Terranova (+13 minuti e 08 secondi) e Peterhansel (+18 minuti e 10 secondi).

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