Dal 6° titolo di Schumacher alla rimonta di Raikkonen, la storia del GP del Giappone
"La storia siamo noi, nessuno si senta escluso". Il Gran Premio del Giappone torna a far sentire il peso del proprio passato fatto di nomi e storie che hanno segnato la Formula 1: dal duello Hunt-Lauda, con l'austriaco a ritirarsi a causa delle condizioni meteo proibitive e l'inglese a vincere un titolo incredibile, a quello tra Senna e Prost, capace di dividere come non mai i tifosi della Formula 1, fino ad arrivare al mondiale vinto da Michael Schumacher nel 2000 con il tedesco capace di riportare la Rossa al trionfo dopo 21 anni d'astinenza. Momenti che tutti, anche i non appassionati conoscono alla perfezione , ma Suzuka non è solo questo: la pista giapponese è molto di più, è un mondo a se stante capace di racchiudere tutto il bello – e anche il peggio – della Formula 1.
Senna regala la vittoria all'amico Berger
A tenere banco, dopo la gara di Sochi, sono state soprattutto le polemiche scatenate da Valtteri Bottas che, obbedendo all'ordine di scuderia impartito dalla Mercedes, ha lasciato passare Hamilton regalandogli la vittoria. Proprio il Gran Premio del Giappone, in questo senso, può vantare un precedente illustre che riguarda Ayrton Senna. E' il 1991 quando il brasiliano arriva all'appuntamento di Suzuka in testa al mondiale con 16 punti di vantaggio sul rivale Mansell, costretto a vincere per mantenere aperti i giochi. In qualifica, però, è Gerhard Berger, compagno di squadra di Senna in McLaren, a conquistare la pole position. In gara le due auto di Woking mantengono le posizioni al via, poi l'errore di Mansell, decreta la fine del mondiale eleggendo il brasiliano campione. Senna, però, all'ultimo giro, regala la vittoria al compagno di squadra che taglia il traguardo davanti proprio al brasiliano.
Schumacher conquista il 6° titolo mondiale della carriera
Quando si legano Schumacher e il Giappone viene subito in mente la vittoria del 2000. C'è però una gara forse ancora più importante disputata dal campione tedesco a Suzuka ed è quella del 2003. A contendersi la vittoria finale ci sono proprio il ferrarista e Kimi Raikkonen su McLaren; in qualifica è la pioggia la grande protagonista che non permette ai due di partire davanti tanto che il finlandese è 8° mentre il pilota della Ferrari scatta addirittura in 14esima posizione. La gara, poi, fu da cardiopalma con Raikkonen a chiudere in seconda posizione dietro la Rossa di Barrichello e Schumacher a lottare nelle retrovie e tamponato dal fratello. Fortunatamente per il tedesco, però, non ci fu nessun danno tanto che riuscì a chiudere all'ottavo posto, ultima posizione utile per laurearsi campione del mondo; un successo che consentì a Schumacher di laurearsi campione del mondo per la sesta volta in carriera diventando il più vincente in assoluto nella storia della Formula 1.
L'ultima vittoria Ferrari a Suzuka
Il Giappone, per la Ferrari, ha rappresentato gioie, ma anche dolori: è dal 2004, infatti, che la scuderia di Maranello non riesce ad imporsi sulla pista di Suzuka. L'ultimo successo è frutto del lavoro di Michael Schumacher, capace di portare la Rossa davanti a tutti sfruttando al massimo una sessione di qualifica caratterizzata dall'incertezza e spostata alla domenica mattina a causa dell'arrivo del ciclone Ma-On. Il tedesco, approfittando della pista che va piano piano ad asciugarsi, piazza un giro record e si mette nella posizione migliore per la vittoria. In gara, poi, Schumacher non ha difficoltà a mantenere la testa della gara che terrà fino alla bandiera scacchi chiudendo davanti al fratello Ralf e a Jenson Button dando vita a un podio storico con entrambi gli Schumacher sui due gradini più alti.
Rimonta Raikkonen, dal 17° posto alla vittoria
La gara di Suzuka rappresenta una tappa importante anche per Kimi Raikkonen: il finlandese, chiamato ad aiutare la Ferrari a conquistare il titolo costruttori, ha vinto una sola volta in Giappone – nel 2005 -, ma quella ottenuta dal futuro pilota dell'Alfa Romeo Sauber rimane nella storia. Iceman arriva sul tracciato nipponico sicuro di non poter più vincere il mondiale; Alonso, infatti, ha chiuso i giochi in Brasile lasciando il finnico a lottare per il campionato costruttori. La qualifica, però, è disastrosa visto che Raikkonen deve scontare una penalizzazione in griglia di dieci posizioni per la sostituzione del proprio propulsore partendo così 17°. In gara, però, il finlandese è uno spettacolo tanto da riuscire a rimontare superando gli avversari uno dopo l'altro e arrivando sul leader della corsa, Fisichella, all'inizio dell'ultimo giro e infilandolo di prepotenza andandosi a prendere una vittoria che entra di diritto nella storia della Formula 1.