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Dal mondiale di Surtees al primo podio di Schumacher, ecco la storia del GP del Messico

Quella messicana è sempre stata una tappa decisiva in ottica mondiale: dal titolo di Surtees alla prima vittoria della Honda in Formula 1, proseguendo poi con il trionfo di Patrese nel 1991 fino allo scontro recente tra Vettel e Verstappen.
A cura di Matteo Vana
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Michael Schumacher conquista il primo podio in carriera nel Gran Premio del Messico - Getty images
Michael Schumacher conquista il primo podio in carriera nel Gran Premio del Messico – Getty images

Quello con il Gran Premio del Messico potrebbe diventare l'appuntamento più importante della stagione 2017: Lewis Hamilton, infatti, è a un passo dal diventare campione del mondo con la Mercedes. All'inglese basterà un 5° posto, qualora Vettel dovesse aggiudicarsi la vittoria, per alzare al cielo il trofeo dedicato al vincitore del campionato raggiungendo, a quota 4 mondiali, sia il tedesco sia Prost. Davanti a lui, in questo modo, resterebbero solo Michael Schumacher, inarrivabile per il momento con i suoi 7 trionfi, e Juan Manuel Fangio, fermo a quota 5. Una tappa, quella messicana, che già in passato ha visto incoronare diversi piloti campioni del mondo, una storia che potrebbero ripetersi ancora una volta.

Surtees diventa l'eroe dei due mondi

E' il 1964 l'anno in cui John Surtees diventa l'eroe dei due mondi, l'unico pilota a vincere un titolo mondiale sia con le due che con le quattro ruote. Quella messicana è l'ultima tappa del campionato, in lizza per la vittoria ci sono Surtees, Hill e Clark; una gara folle che vede scattare davanti a tutti Jim Clark, Hill si mette al suo inseguimento ma il duello con Bandini e uno scarico danneggiato lo frenano. Al penultimo giro, però, la vettura di Clark lo tradisce facendogli perdere il titolo. A questo punto a Surtess basterebbe un 2° posto per vincere il titolo, la Ferrari lo sa e chiede a Bandini di rallentare; l'italiano esegue regalando così la seconda piazza che incorona il pilota inglese campione del mondo, primo e unico nella storia a vincere sia il titolo con le moto che con le macchine.

John Surtees - Getty images
John Surtees – Getty images

La prima vittoria della Honda in F1

Quello della Formula 1 è un mondo fatto di piloti, ma anche di team e motori. Cosi come esistono i top driver, uomini in grado da soli di indirizzare una stagione, allo stesso modo devono essere considerate le scuderie, vere e proprie squadre in grado di modificare epoche intere; quello della Mercedes, capace di dominare le ultime stagioni, è solo l'ultimo caso. Fu proprio il Gran Premio del Messico del 1965 a dare vita a una delle storie più importanti nel mondo delle corse, quella della Honda; in quell'anno, infatti, arrivò il primo successo per la casa giapponese. Con Clark già campione del mondo fu proprio il motorista nipponico a trionfare grazie a Richie Ginther davanti a Dan Gurney e Mike Spence: il primo successo della Honda, quello che permise poi alla casa del Sol Levante di arrivare a scrivere la storia.

Richie Ginther al volante della Honda - Foto Twitter
Richie Ginther al volante della Honda – Foto Twitter

Un italiano davanti a tutti

C'è anche un po' di azzurro nella storia del Gran Premio del Messico. Dopo un periodo di pausa, durato dal 1970 fino al 1986, il '91 è l'anno buono per tornare a sentire l'inno di Mameli sul podio; merito di Riccardo Patrese che, al volante della sua Williams mette in scena la gara quasi perfetta. Il pilota di Padova, infatti, conquista la pole position, ma perde la testa della gara al via; l'italiano si ritrova così nel gruppo, ma con una strategia conservativa che punta soprattutto a far durare le gomme più a lungo degli avversari, riesce a riportarsi davanti conquistando così il Gran Premio del Messico del 1991. A rendere ancor più importante la sua impresa basta vedere il podio; dietro di lui, infatti, ci sono Mansell e Senna, due mostri sacri dell'automobilismo.

Riccardo Patrese - Getty images
Riccardo Patrese – Getty images

La prima volta di Schumacher sul podio

Il Gran Premio del Messico, però, è stato anche quello che ha tenuto a battesimo il più grande pilota della storia. Sono in pochi a ricordare la gara che si corse nel 1992: un weekend come tanti in quella stagione, dominato da Nigel Mansell che alla fine dell'anno chiuderà la stagione da campione del mondo. In quella domenica, però, salì per la prima volta alla ribalta quello che in molti consideravano come una promessa della Formula 1, ossia Michael Schumacher. Il tedesco, che all'epoca correva con la Benetton, riuscì a chiudere 3° alle spalle proprio del britannico e di Riccardo Patrese: la prima volta del sette volte campione sul podio, il primo podio portato a casa in Formula 1. A distanza di 25 anni la sua impresa in Messico rimane una pietra miliare nel mondo del motorsport.

Lo scontro tra Vettel e Verstappen

Il 2016, invece, è l'anno in cui la rivalità tra Sebastian Vettel e Max Verstappen raggiunge l'apice. Il teatro dello scontro è la pista Hermanos Rodriguez: nelle fasi finali, il tedesco della Ferrari arriva negli scarichi del pilota della Red Bull. L'olandese va lungo in curva, taglia e rientra davanti al ferrarista: tutti si aspettano che Verstappen dia la posizione al pilota del Cavallino, ma il giovane decide di rimanere davanti scatenando l'ira di Vettel, nel frattempo incalzato da Ricciardo, che si scatena contro Charlie Whiting via radio. Al traguardo Verstappen viene penalizzato tanto che sul podio sale il pilota della Ferrari: il colpo di scena, però, arriva nel post gara con i commissari a penalizzare anche il tedesco per una manovra su Ricciardo ai limiti del regolamento. La Ferrari fa ricorso, ma la decisione con cambia. Alla fine 3° è proprio l'australiano della Red Bull, ma il duello tra il tedesco e l'olandese è la cosa che, ad oggi, caratterizza quel Gran Premio.

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